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La commedia

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Insegnante: Chiara

Riassunto

La commedia

In poche parole

La commedia è un genere teatrale che nasce con il teatro classico nella Grecia antica, ed è connesso al culto di Dioniso. Deriva probabilmente dal termine greco komodía, che sarebbe la crasi di altre due parole che significano "canto del corteo festoso" e avrebbero quindi a che fare con dei riti della fertilità propiziati da Dioniso. Tuttavia, kome significa anche "villaggio" e ciò starebbe a indicare la dimensione collettiva e rurale di questo genere teatrale. Il teatro classico è giunto fino a noi con le opere greche di Aristofane e Menandro e successivamente con quelle in latino di Plauto e Terenzio, i quali hanno segnato un'evoluzione della commedia che ha attraversato i secoli fino ad arrivare ai giorni nostri.



1. La commedia greca

La commedia di Aristofane ha come tema e come scopo la critica della polis e della democrazia ateniese. È solitamente composta in versi e si divide in prologo, parodo, agone, parabasi ed esodo. Il prologo è l'introduzione, il parodo è l'ingresso in scena che il coro fa cantando, l'agone è lo svolgimento vero e proprio della vicenda, la parabasi è una parte cruciale durante la quale il coro parla per esprimere le idee dell'autore in merito al tema della vicenda, infine l'esodo è il canto conclusivo della vicenda che porta un'atmosfera scherzosa all'uscita degli attori.


Menandro e la commedia nuova

Il periodo politico in cui opera Menandro è quello dell'assolutismo, in cui il libero dibattito non è permesso. I temi della commedia non possono più essere critici nei confronti della società e per questo motivo viene eliminato il momento della parabasi che lascia così spazio a temi più individuali e introspettivi. È su questa base che si può sviluppare la commedia successiva.



2. La commedia latina

Il teatro latino nasce con un'opera, andata perduta, di Livio Andronico, messa in scena per festeggiare la fine della Prima Guerra Punica. Da lì in poi diversi spettacoli vengono rappresentati nella cornice dei ludi scaenici et circenses, tra un'esibizione di mimi e un combattimento di gladiatori. Questo accade proprio perché è in occasione delle guerre contro Cartagine che i Romani si espandono, attraversano il Mediterraneo ed entrano in contatto con la cultura greca, quindi con il teatro. La commedia è il genere che a Roma raccoglie più consensi e si divide in fabula palliata, di ambientazione greca, con attori che indossavano il pallium, e fabula togata, di ambientazione romana, con attori che indossavano la toga.


la commedia di plauto

Attraverso le sue opere, Plauto mette in scena quello che viene definito italicum acetum, ossia umorismo italico, fatto di sberleffi e risate. Le sue commedie sono dette motoriae poiché prevedono una grande dinamicità sul palco, improvvisazioni e molta abilità fisica da parte degli attori che interpretano i personaggi. Questi ultimi sono solitamente il servus callidus ("servo furbo"), gli innamorati e il padrone. Il linguaggio che utilizzano è modellato sul parlato, spesso portato all'estremo con l'obiettivo di far ridere. Infine, il prologo viene usato per spiegare agli spettatori cosa è successo prima delle vicende che stanno per vedere in scena.


la commedia di terenzio

Quella di Terenzio invece è definita fabula stataria: è appunto statica, caratterizzata da dialoghi e da personaggi verosimili di cui vengono approfonditi i tratti psicologici. Mancano la beffa, lo sberleffo, il colpo di scena: l'intento è di educare il pubblico, non di farlo ridere sguaiatamente. Il prologo nella commedia di Terenzio è quasi assimilabile a un discorso di difesa intavolato per rispondere alle varie controversie che gli si attribuivano, come per esempio il fatto di essere molto vicino alla potente famiglia degli Scipioni, e dunque protetto.



3. La Commedia dell'Arte

Dopo il giro di vite operato dalla Chiesa nei confronti del teatro per tutto il Medioevo, tra il Quattrocento e il Cinquecento si riprendono le forme teatrali classiche rappresentando tragedie, ma soprattutto commedie, nelle corti. È proprio in questo contesto che nasce la Commedia dell'Arte: in questo genere teatrale gli attori sono professionisti, anche donne, che recitano in piazza facendo pagare il pubblico che assiste allo spettacolo e senza usare un vero copione, ma un cosiddetto canovaccio. La trama è prestabilita, così come lo sono i personaggi - che diventano vere e proprie maschere, come nel caso di Arlecchino - ma le battute e le situazioni vengono improvvisate.



4. La commedia di Goldoni

Nel Settecento, Goldoni riforma il teatro: la Commedia dell'Arte dominava le scene, spesso con espedienti molto volgari e battute ripetitive per far divertire il pubblico a tutti i costi; Carlo Goldoni scrive, per la prima volta e per intero, la parte del protagonista della sua prima commedia e da lì in avanti comincia a scrivere tutte le parti dando così una svolta sia al lavoro degli attori che, a questo punto, dovevano memorizzare la parte, sia alla lingua, un italiano vicino al parlato della borghesia veneziana.



5. Le sperimentazioni del Novecento: Dario Fo e Mistero Buffo

Tra tutte le forme teatrali che vengono sperimentate nel Novecento, ce n'è una che attinge nuovamente alla Commedia dell'Arte, immergendola però nel contesto contemporaneo per ciò che riguarda i temi trattati e la sperimentazione tecnica. Si tratta dell'opera Mistero Buffo del Premio Nobel Dario Fo, nella quale tecniche espressive tipiche dei giullari medievali si fondono con il "grammelot", un linguaggio inventato basato su suoni e gesti che vengono interpretati come universali e dunque compresi dallo spettatore.

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FAQ - Domande frequenti

Che cos'è la "fabula togata"?

Che cos'è la "fabula palliata"?

Come è suddivisa la commedia al tempo di Aristofane?

Che cos'è la commedia?

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