Tutto per imparare meglio...

La tragedia

Seleziona lezione

Virgilio


Le parole


Video Esplicativo

Loading...
Insegnante: Chiara

Riassunto

La tragedia

In poche parole

La tragedia è un genere teatrale che nasce con il teatro classico nella Grecia Antica, ed è connesso al culto di Dioniso. "Tragedia" deriva infatti da tragos odè che significa "canto del capro", l'animale sacro al dio. Questo poteva riferirsi sia alle processioni in onore di Dioniso in cui i partecipanti indossavano una maschera da capri e cantavano un ditirambo, oppure al fatto che il capro era il premio in palio per la messa in scena vincitrice. Sofocle, Eschilo ed Euripide sono i primi tragediografi di cui ci sono arrivate testimonianze e, con le loro opere, hanno dato vita a un genere che si è poi evoluto dal Medioevo fino ai giorni nostri.



1. La tragedia classica

La tragedia classica è interpretata da attori, tutti uomini, che indossano lunghe vesti, calzari alti detti coturni, e una maschera così da poter interpretare più ruoli, compresi quelli femminili. Oltre agli attori che si esibiscono sul palco, la tragedia greca presenta il coro che, guidato da un coreuta, canta, balla, fa musica e spiega la vicenda sottolineando con il suo intervento i momenti più importanti. 


il mito

Le vicende tragiche che vengono messe in scena prendono sempre ispirazione dal mito. È il caso dell'Orestea, il ciclo di tragedie di Eschilo che racconta il terribile destino che attendeva Agamennone (e tutta la sua stirpe) tornato da Troia; lo stesso si può dire delle tragedie di Sofocle che hanno come protagonista Edipo, e della Medea di Euripide che affonda le sue radici nel mito raccontato da Apollonio Rodio nelle Argonautiche.


l'ineluttabilità del destino

Queste tragedie non hanno in comune soltanto l'ambientazione mitologica: il tema principale che lega la tragedia greca classica è l'ineluttabilità del destino degli eroi tragici. Per quanto Edipo, per esempio, cerchi di fuggire lontano da Tebe per evitare che il suo destino si realizzi, finirà comunque per uccidere suo padre e sposare sua madre.


HYBRIS E NÉMESIS

L'ineluttabilità del destino tragico è data da una colpa che, quando viene commessa, ricade sull'eroe e su tutti i suoi discendenti. Si tratta dell'hybris, che possiamo tradurre con "tracotanza nei confronti degli dei" o "empietà". La genera lo scontro tra le leggi divine e le passioni umane, e l'unica risoluzione possibile è la némesis, cioè la giusta punizione da parte degli dèi per chi si macchia di questa colpa.


La struttura della tragedia classica

La tragedia classica è articolata in diverse parti ben suddivise e con una funzione precisa. Il prologo introduce la vicenda, il parodo porta in scena il coro con il suo primo canto; la vicenda è poi suddivisa in episodi (l'equivalente dei moderni atti), i canti successivi del coro durante i quali la vicenda viene spiegata e accompagnata da danze e musica sono gli stasimi, l'esodo infine è il canto conclusivo del coro. Le tragedie greche sono inoltre caratterizzate da quella che Aristotele definisce unità d'azione: il tema della tragedia deve fare riferimento a un unico avvenimento e i fatti che lo raccontano devono essere legati da un rapporto di causa-effetto. 


La catarsi

Possiamo dire tuttavia che la parte più importante della tragedia sia quella accade subito dopo che si è conclusa. Il momento della catarsi è lo scopo ultimo della tragedia che serve a purificare dalle inquietudini gli spettatori i quali, vedendo in scena passioni e turbamenti in cui possono immedesimarsi e il conseguente ristabilirsi dell'equilibrio attraverso la némesis, diventano cittadini migliori.



2. La tragedia nel Medioevo

Complice l'influenza della Chiesa, il teatro - e dunque anche la tragedia - conoscono un periodo di crisi. Bisognerà aspettare l'Alto Medioevo per assistere nuovamente a rappresentazioni teatrali, che però hanno tutte argomento religioso: si tratta infatti di spettacoli che mettono in scena le vite dei santi o dei passi del Vangelo, e hanno tutte uno scopo edificante.




3. La tragedia tra il Quattrocento e il Seicento

È grazie all'Umanesimo e al suo interesse nei confronti del mondo classico che la tragedia viene riportata in auge. Gli spettacoli si svolgono prima nelle corti; poi, nel Cinquecento, in veri e propri teatri costruiti in seguito al successo riscosso dalle rappresentazioni. È nel Seicento però che la tragedia torna agli antichi fasti con autori del calibro di Pierre Corneille e Jean Racine, che traggono ispirazione proprio dal teatro classico, e William Shakespeare. I temi trattati in questo periodo hanno a che fare con i conflitti sociali e le passioni umane che, nelle tragedie di Shakespeare, si intrecciano a una forza innovativa che rende la sua opera unica, variegata e immortale.



4. La tragedia dall'Ottocento a oggi

Verso la fine dell'Ottocento la tragedia si evolve e diventa dramma borghese: il pubblico non assiste più a vicende che hanno a che fare con l'ira degli dei e l'ineluttabilità del Fato; le storie in cui si immedesima sono quelle della borghesia alle prese con problemi quotidiani come debiti, disagi sul lavoro, relazioni difficili. Gli autori di spicco di questo periodo sono Oscar Wilde, Luigi Pirandello, George Bernard Shaw e Henrik Ibsen.


IL TEATRO DELL'ASSURDO

Nel Novecento la tragedia sta proprio nella quotidianità della vita borghese che rende tutto sterilmente abitudinario, precario e privo di autenticità. Ed è proprio a partire da questo tipo di riflessioni sulla condizione umana che nasce il teatro dell'assurdo, i cui esponenti principali sono Eugène Ionesco e Samuel Beckett. Le loro opere hanno come tema la ripetitività della vita borghese e la ricerca, fallimentare, di darvi un senso.


il teatro epico

Con Bertolt Brecht e il suo teatro epico, gli spettacoli tornano ad avere uno scopo educativo. Le sue opere sono basate su situazioni storico-sociali che devono spingere lo spettatore a riflettere: per questo non è ricercata l'immedesimazione nei personaggi e nelle vicende, bensì lo straniamento attraverso battute recitate in modo asettico, scene sconnesse tra loro, canzoni e commenti nel bel mezzo di una scena.


il teatro civile

Nella contemporaneità la tragedia è quella che colpisce la classe operaia, quella delle stragi avvenute nel passato più recente. Il teatro civile mette in scena vicende socio-politiche con attori che sono anche autori e che non interpretano un personaggio, ma si fanno portatori della narrazione dei fatti. Tra le opere più famose troviamo Il racconto del Vajont di Marco Paolini e Malapolvere - Veleni e antidoti per l'invisibile di Laura Curino, che racconta la storia delle morti per avvelenamento da amianto. 

Crea un account per leggere il riassunto

Esercizi

Crea un account per iniziare gli esercizi

FAQ - Domande frequenti

Che cos'è il dramma borghese?

Che cos'è l'"hybris"?

A cosa serve il coro?

Che cos'è la tragedia?

Beta

Sono Vulpy, il tuo compagno di studio AI! Studiamo insieme.