Il romanzo realistico-sociale

In poche parole

Agli antipodi della narrazione fantastica si colloca il realismo, che presenta temi e personaggi verosimili in un tempo storico e in un'ambientazione reali e vicini all'esperienza dell'autore. Il fine del romanzo realistico-sociale è spesso educativo: esso descrive la realtà storica, sociale ed economica, in modo particolare delle classi sociali più deboli, in modo oggettivo, denunciandone i problemi.

1. Caratteristiche

Il realismo vede la sua massima espressione nell'Ottocento, con l'industrializzazione e l'avvento della borghesia. Il romanzo è la forma letteraria borghese per eccellenza: è un genere di intrattenimento che presenta un linguaggio semplice e permette al lettore di immedesimarsi nei protagonisti. Il romanzo realistico-sociale, in particolare, vuole descrivere oggettivamente la realtà e presenta persone comuni, spesso vittime dei potenti e appartenenti alla piccola borghesia o alle classi sociali più svantaggiate. Il narratore è esterno e nascosto, la focalizzazione è interna. Il linguaggio è semplice, chiaro e riproduce il parlato; il narratore evita i commenti e la mediazione e utilizza il discorso indiretto libero.

2. L'Ottocento

Uno dei primi autori di romanzi realistico-sociali è lo scrittore francese Honoré de Balzac (1799-1850), che nelle sue opere intende rappresentare la società dell'epoca nella sua interezza. La sua raccolta di romanzi, saggi e racconti viene da egli stesso intitolata La commedia umana (1842), con un chiaro riferimento a Dante Alighieri; essa è composta da 137 libri, per un totale di 2209 personaggi. Anche in Inghilterra la narrativa realista è molto importante. L'opera di Charles Dickens (1812-1870) è uno strumento di denuncia delle condizioni di vita delle classi più povere.

3. Il Naturalismo e il Verismo

Nella seconda metà dell'Ottocento, il romanzo realistico-sociale si afferma con ancora più forza. Lo scrittore francese Gustave Flaubert (1821-1880), con il romanzo Madame Bovary (1857), influenza il Naturalismo, corrente letteraria francese secondo cui il romanzo deve rappresentare un "documento umano". La società deve essere analizzata in modo oggettivo: le disuguaglianze sociali, la differenza tra città e campagna, le contraddizioni della modernizzazione. I più noti autori naturalisti sono Émile Zola (1840-1902), nelle cui opere il narratore non interviene e lascia parlare la realtà, e Guy de Maupassant (1850-1893). In Italia, le tematiche del Naturalismo vengono riprese dal Verismo, che si concentra soprattutto sulla "questione meridionale". Tra i più celebri autori veristi ricordiamo Giovanni Verga (1840-1922), Grazia Deledda (1871-1936) e Matilde Serao (1856-1927).

4. Il Neorealismo

Dopo il secondo conflitto mondiale, il romanzo realistico italiano vive una nuova, grande fortuna grazie al Neorealismo, che più che una corrente letteraria rappresentò un insieme di espressioni e atteggiamenti, a cavallo tra gli anni Quaranta e Cinquanta. Lo scopo di questi autori (e registi cinematografici) è quello di parlare dello strato popolare della popolazione, denunciandone ingiustizie e soprusi. Ricordiamo Elio Vittorini (1908-1966), Cesare Pavese (1908-1950) e Beppe Fenoglio (1922-1963).