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Dante e la Divina Commedia

La Divina Commedia: caratteristiche generali

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Insegnante: Valentina Pinoia

Riassunto

La Divina Commedia: caratteristiche generali

In poche parole

Insieme alla Bibbia e ai poemi omerici, la Divina Commedia è uno dei pilastri della letteratura europea. La sua complessità e la sua raffinatezza non le hanno impedito di divenire universalmente nota e amata, oltre che imprescindibile per tutta la letteratura successiva.  


Struttura

La Divina Commedia è un poema in terzine di endecasillabi diviso in 3 cantiche, ognuna formata da 33 canti, a cui si aggiunge un canto iniziale che fa da proemio. Le tre cantiche corrispondono ai tre regni ultraterreni di Inferno, Purgatorio e Paradiso. 


Nota bene: il numero 3, ripetuto così spesso, non è casuale: è il numero che per la numerologia medievale rappresenta la perfezione divina.


L'architettura dei regni

Le conoscenze cosmologiche di Dante si basano sul sistema aristotelico-tolemaico. La Terra è al centro dell'universo, e intorno ad essa ruotano 9 sfere celesti, seguite da un'ultima sfera immobile, l'Empireo, sede di Dio. Solo un emisfero della Terra è abitato, mentre l'altro è occupato da acqua e dalla montagna del Purgatorio. Il Purgatorio si formò quando la terra si ritrasse per allontanarsi da Lucifero che, scagliato dal Paradiso, andò a conficcarsi al centro della Terra, creando l'Inferno.


Contenuti

Trama

Il viaggio attraverso i tre regni dura una settimana e inizia nel Venerdì Santo del 1300. Dante si trova disperso in una "selva oscura": viene in suo soccorso il poeta latino Virgilio, che gli fa da guida attraverso Inferno e Purgatorio, fino al Paradiso. In questo regno Virgilio non può entrare, non essendo battezzato: viene quindi sostituito da Beatrice. Nei tre canti conclusivi la sua guida sarà San Bernardo, e nell'ultimo di essi il poeta arriverà alla visione beatifica e ineffabile di Dio.


Allegoria

La Divina Commedia va letta in senso allegorico più che letterale. L'umanità è smarrita nel peccato (la selva oscura), e scopo del poema è salvarla. Per farlo bisogna fare appello alla ragione (Virgilio) e con essa procedere a un esame di coscienza (passaggio attraverso l'Inferno), quindi pentirsi (il Purgatorio). Accanto alla ragione, però, è necessaria la grazia divina (Beatrice). Con essa si può finalmente tornare alla luce della fede e a contemplare i misteri della divinità (Paradiso).


Personaggi

La Divina Commedia è affollata di personaggi, tratti dall'antichità fino ai tempi più vicini a Dante. Egli è erede della civiltà antica, che però rilegge alla luce della verità cristiana. La memoria classica è evidente in personaggi come Caronte, Minosse, il Minotauro. A questi si aggiungono figure storiche importanti per il mondo cristiano, come i santi, e personaggi contemporanei (Pier delle Vigne, Brunetto Latini). Tutte le comparse sono giudicate da Dante, che le pone, a seconda del suo giudizio, nell'Inferno, nel Purgatorio o nel Paradiso.


​​​​Lingua

Sul piano linguistico la Commedia ha senza dubbio contribuito a far divenire il volgare fiorentino la lingua nazionale italiana. Il lessico di Dante, e anche le parole da lui stesso create, hanno esercitato un fortissimo influsso sulla lingua italiana e tuttora vivono nel nostro vocabolario. Il poema è aperto a qualsiasi grado del lessico fiorentino. Le parole più basse, anche oscene, si presentano nell'Inferno; al contrario, nel Paradiso troviamo un'alta concentrazione di latinismi e di parole auliche. Troviamo poi gallicismi, grecismi, arabismi e parole scientifiche. 





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Qual è l'apporto linguistico della "Divina Commedia"?

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Com'è strutturata la "Divina Commedia"?

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