Tutto per imparare meglio...

Dante Alighieri - La vita

Video Esplicativo

Loading...
Insegnante: Valentina Pinoia

Riassunto

Dante Alighieri - La vita

In poche parole

Filosofo, teologo, ma soprattutto letterato, Dante è considerato il più grande poeta italiano. La sua opera più importante, la Divina Commedia, è uno dei massimi capolavori della letteratura mondiale. La sua vita fu fortemente segnata dall'esilio e dalla nostalgia per la sua amata Firenze.


La giovinezza

Dante nacque a Firenze nel 1265 da Alighiero degli Alighieri e Gabriella degli Abati, in una famiglia della piccola nobiltà fiorentina. Trascorse la fanciullezza nella città toscana, studiando latino, grammatica e poi filosofia. All'età di 18 anni diede già i primi segni di vocazione letteraria, scambiandosi poesie con i maggiori poeti del tempo. Scriveva soprattutto versi amorosi per una donna chiamata Beatrice (probabilmente Beatrice di Folco Portinari), a cui dedicherà la Vita nuova. In questi anni aderì alla corrente dello Stilnovo, prendendo a modello soprattutto Cavalcanti. A 20 anni sposò Gemma Donati, da cui ebbe 3 figli. Dopo la morte di Beatrice, avvenuta nel 1290, Dante si allontanò dallo stilnovismo e tentò di ampliare i propri orizzonti, avvicinandosi alla filosofia, alla poesia latina, alla poesia provenzale e realistica.


L'impegno politico

Dal 1295 al 1304 Dante partecipò alla vita politica di Firenze, che in quel periodo era segnata dagli scontri tra guelfi bianchi (più indipendenti) e guelfi neri (più legati al Papa). Eletto priore nel 1300, Dante tentò di mantenere una certa neutralità, ma le continue ingerenze di Papa Bonifacio VIII nella politica di Firenze lo spinsero dal lato dei guelfi bianchi. Nel 1301 fu inviato a Roma presso il Papa per sostenere l'autonomia di Firenze da Carlo di Valois, che però, nel frattempo, arrivò nella città e la consegnò ai guelfi neri.


L'esilio 

Nel 1302, di ritorno da Roma, Dante scoprì di essere stato esiliato. Da questo momento vagò per le corti dell'Italia settentrionale. Nel 1310 sognò di poter tornare a Firenze, in seguito alla discesa in Italia dell'imperatore Enrico VII di Lussemburgo (chiamato Arrigo in volgare italiano), che avrebbe dovuto essere incoronato con il consenso del papa Clemente V, ma la morte improvvisa di Enrico nel 1313 gli fece perdere ogni speranza. Dal 1313 al 1320 fu a Verona, da Cangrande della Scala, poi a Ravenna, ospite di Guido Novello da Polenta. Il poeta soffrì molto la separazione dalla sua città. Nel 1315 gli fu concessa un'amnistia, a patto che pagasse una multa e riconoscesse le sue colpe, ma Dante rifiutò sdegnato, rivendicando la propria innocenza. Non tornò mai più a Firenze: morì a Ravenna nel 1321.


Nota bene: Dante fu esiliato in contumacia (cioè in sua assenza, in quanto si trovava a Roma) per baratteria, cioè per corruzione. Se fosse tornato a Firenze, sarebbe stato arrestato e condannato a morte.


Crea un account per leggere il riassunto

Esercizi

Crea un account per iniziare gli esercizi

FAQ - Domande frequenti

A che fazione politica apparteneva Dante?

Come si chiama la donna amata da Dante?

Dove e quando è nato Dante Alighieri?

Beta

Sono Vulpy, il tuo compagno di studio AI! Studiamo insieme.