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Dante e la Divina Commedia

Dante Alighieri - Le opere

Dante Alighieri - Le opere

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Insegnante: Valentina Pinoia

Riassunto

Dante Alighieri - Le opere

In poche parole

La fama universale di Dante è dovuta soprattutto al suo capolavoro – la Divina Commedia — ma il Sommo Poeta ci ha lasciato anche molte altre opere di grandissimo valore.


Vita nuova

struttura

La Vita nuova è la prima opera di rilievo di Dante (1293-1295 ca.). È un "prosimetro" (cioè un'opera composta da poesia e prosa) in volgare diviso in 42 capitoli, in cui 31 poesie (tratte dalle Rime giovanili) sono collegate da un commento in prosa. Si tratta della storia dell'amore di Dante per Beatrice. Per "vita nuova" infatti, si intende una vita rinnovata dall'amore per questa donna-angelo, che conduce a Dio.


contenuti

A 9 anni (il 9 è un numero simbolico che rimanda alla perfezione divina) Dante vede per la prima volta Beatrice, innamorandosene. 9 anni dopo riceve da lei il primo saluto, e compone il primo sonetto in suo onore. I temi dei capitoli successivi sono il dolore per l'amore non corrisposto e la lode della donna. Nel capitolo 28 c'è la morte di Beatrice, che sconvolge Dante e induce in lui il proposito di non parlare più dell'amata se non quando potrà farlo "più degnamente".


Convivio

Struttura

Il Convivio, iniziato intorno al 1303 e mai concluso, è un'opera enciclopedica prosimetra formata da trattati che commentano delle canzoni. In origine dovevano esserci 15 trattati e 14 canzoni, ma Dante si interrompe al quarto trattato.


Contenuti

Scopo dell'opera è celebrare la conoscenza: il titolo allude a un banchetto di sapienti ai piedi del quale Dante si pone per raccogliere le briciole del sapere e renderle fruibili. È proprio con la motivazione della divulgazione che Dante sceglie il volgare. Alcuni dei temi trattati sono l'universo, la sapienza, la nobiltà, e la politica. Accanto alla finalità divulgativa, altro scopo dell'opera è quello di difendersi dalle accuse per cui era stato condannato all'esilio: Dante voleva mostrare il proprio valore e l'ingiustizia della sua condanna.


De vulgari eloquentia

Il De vulgari eloquentia ("Sull'eloquenza del volgare") è un trattato in latino inconcluso, iniziato nello stesso periodo del Convivio. In questo trattato Dante parla del "volgare illustre" e di come è necessario, secondo lui, che questo diventi la lingua comune dell'Italia per quanto riguarda la produzione letteraria. Tale lingua dev'essere "cardinale", cioè costituire il cardine, il punto di riferimento degli altri volgari, "aulico", degno di essere parlato nell'"aula", ossia nel palazzo dell'imperatore, e "curiale", adatto alla corte dell'imperatore. Il suo stile può essere tragico (adatto ai temi elevati), comico (usato per i contenuti quotidiani) o elegiaco (adatto agli argomenti malinconici). La scelta di scrivere il trattato in latino non è un paradosso: indica un pubblico di riferimento dotto, formato da letterati interessati all'argomento del volgare italiano.


De monarchia

Il De monarchia è un trattato in latino databile al 1312-1313 circa, che affronta il tema della monarchia e del rapporto tra l'Impero e il Papato, le due potenze principali del tempo. In 3 libri Dante affronta i seguenti argomenti: la necessità di una monarchia universale, la legittimità divina dell'Impero Romano e l'indipendenza reciproca tra Papato e Impero, chiamati "i due soli" in quanto entrambi splendenti di luce propria e legittimati da Dio. L'opera è dottrinale e destinata a un pubblico di dotti, in particolare a una nuova classe dirigente.


Rime

La raccolta delle Rime contiene i componimenti giovanili non entrati nella Vita nuova, più altre liriche appartenenti al periodo dell'esilio. Si tratta di 54 componimenti in cui Dante sperimenta soprattutto sul piano dello stile: abbiamo poesie legate allo Stilnovo, altre alla maniera di Guittone d'Arezzo, alcune di contenuto dottrinale e allegorico. Un gruppo ben definito è quello delle rime "petrose", scritte presumibilmente intorno al 1295, 4 testi dedicati a Pietra, donna crudele e amore non corrisposto che più che una figura biografica è un pretesto per fare pratica letteraria. Degli stessi anni è probabilmente la "tenzone" con l'amico Forese Donati, uno scambio di invettive in cui sperimenta un linguaggio basso e quotidiano, che gli servirà poi per scrivere l'Inferno.

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Di cosa parla il "De monarchia"?

Di cosa tratta il "De vulgari eloquentia"?

Di cosa parla la "Vita nuova"?

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