Giovanni Boccaccio è considerato il padre della prosa italiana: il suo Decameron è centrale nel nostro panorama letterario, e riesce trasportare il lettore dal Medioevo a un'epoca nuova.
La vita
Giovinezza
Giovanni Boccaccio nacque a Certaldo nel 1313. Figlio di un mercante, fu indirizzato alla stessa professione, ma presto emerse la sua vocazione letteraria. Nel 1327 si trasferì con il padre a Napoli, città in cui sbocciò la passione per la letteratura. Furono anni spensierati di intense letture e amicizie alla corte di Roberto d'Angiò. Qui Boccaccio incontrò Fiammetta, di cui subito si innamorò.
Maturità
Nel 1340 Boccaccio seguì il padre a Firenze, dove fu apprezzato per le sue doti culturali e diplomatiche, ricevette diversi incarichi di prestigio e si adattò alla vita borghese. La peste, i cui effetti saranno descritti nel Decameron, lo sconvolse e lo portò a una riflessione spirituale condivisa con l'amico Petrarca, conosciuto nel 1350. Dalla loro amicizia nacque una nuova concezione della letteratura, non più come intrattenimento ma come impegno morale e religioso.
Gli ultimi anni
La partecipazione di alcuni amici di Boccaccio ad una congiura lo mise in cattiva luce: nel 1362 si ritirò quindi a Certaldo, conducendo una vita appartata di letture e lavorando alle sue opere. L'ultimo incarico che ricevette da Firenze fu il commento alla Commedia dantesca, che ebbe grande successo. Morì nel 1375 nella sua casa a Certaldo.
I temi
Cortesia e borghesia
Napoli ha un grande impatto su Boccaccio, che resta influenzato soprattutto dalla compresenza del mondo commerciale-borghese e quello culturale-cortese. Anche tornando a Firenze e inserendosi nel ceto borghese, la nostalgia per il mondo dorato della corte non lo abbandonerà.
L'amore
Nella sua concezione di amore, Boccaccio supera gli stilemi della tradizione cortese e stilnovistica, andando verso un tipo di amore più concreto e reale, pur continuando a lodare la donna. L'amore per lui è un'esperienza umana e terrena, ed entrerà in polemica con la concezione che vede nella rinuncia e nella castità la via per la salvezza dell'anima.
Le donne
Nell'ultima fase della sua vita Boccaccio si allontana dall'esaltazione della donna. Il Corbaccio, opera tarda, è altamente misogino: le donne sono animali menzogneri e ipocriti, traditrici dallo smodato desiderio sessuale, oltre che chiaccherone e invadenti.
Le opere
In volgare
Al periodo napoletano (1327-1340) risale un'ampia produzione in versi e in prosa: le Rime (150 componimenti di ispirazioni stilnovistica e dantesca), il Filocolo (un romanzo in 5 libri), la Caccia di Diana (poemetto mitologico in terzine dantesche), il Filostrato (poemetto autobiografico), la Teseida (poema in ottave). Quest'ultima è completata a Firenze, dove il panorama è ancora segnato dalla poesia allegorica di Dante. Per questo a Firenze Boccaccio scrive opere come la Comedia delle ninfe fiorentine (prosimetro), e l'Amorosa visione (poema allegorico in terzine). Degli anni '40 sono l'Elegia di Madonna Fiammetta (romanzo in prosa) e il Ninfale fiesolano (poemetto in ottave). Posteriore al Decameron è il già citato Corbaccio (1365).
In latino
Tra le opere in latino ricordiamo le Epistole, il Buccolicum carmen, il De casibus virorum illustrium, il De mulieribus claris, il De montibus, e la Genealogia deorum gentilium.
Il Decameron
Struttura
"Decameron" significa "Dieci giorni": in 10 giornate, infatti, 10 giovani narratori (7 donne e 3 uomini), rifugiatisi in una villa in campagna per sfuggire alla peste, si dedicano a raccontare storie (questa è la "cornice narrativa"). Vengono raccontate 10 novelle al giorno per 10 giorni, per un totale di 100. L'opera inizia con un proemio e si conclude con una conclusione dell'autore. Ogni giornata è segnata da una introduzione e una conclusione.
Contenuti
Temi fondamentali sono le tre forze che, secondo Boccaccio, muovono il mondo: la fortuna, la fama e l'ingegno. Sono inoltre esaltate le qualità umane: le capacità intellettuali e pratiche, l'iniziativa e la creatività. Boccaccio manifesta nell'opera la propria adesione all'etica borghese ma ritiene importanti anche i valori della società cortese (lealtà, onore, coraggio). Le novelle sono incentrate su temi diversi, ma l'opera è unitaria nel suo sentimento di adesione alla vita e di osservazione della realtà nei suoi diversi aspetti.
Lingua
La lingua del Decameron è molto varia poiché i registri linguistici e le varietà dialettali sono diversi a seconda del personaggio che parla: è un'opera molto ricca non solo per i tipi umani che mostra ma anche per gli stili e i linguaggi. La prosa di Boccaccio narratore, invece, è classicheggiante e complessa.
La lingua del "Decameron" è molto varia poiché i registri linguistici e le varietà dialettali sono diversi a seconda del personaggio che parla.
Com'è la concezione di amore di Boccaccio?
Nella sua concezione di amore, Boccaccio supera gli stilemi della tradizione cortese e stilnovistica, andando verso un tipo di amore più concreto e reale.
Quando e dove nacque Giovanni Boccaccio?
Giovanni Boccaccio nacque a Certaldo nel 1313
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