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Francesco Petrarca

Francesco Petrarca

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Insegnante: Valentina Pinoia

Riassunto

Francesco Petrarca

In poche parole

Umanista, poeta, filologo e filosofo, Francesco Petrarca è una delle figure centrali del Rinascimento. Con la sua riscoperta dei classici dà il via a un nuovo atteggiamento culturale e letterario: l'Umanesimo.


La vita

Giovinezza

Francesco Petrarca nacque nel 1304 ad Arezzo. Il padre, esattamente come Dante Alighieri, era stato condannato all'esilio nel 1302. Nel 1312 la famiglia si spostò ad Avignone, sede del papato dal 1309. Qui, a Montpellier, e poi a Bologna Petrarca compì i suoi studi giuridici. Alla morte del padre, nel 1326, Francesco tornò ad Avignone. Il 6 aprile 1327, nella chiesa di S. Chiara di Avignone, incontrò Laura, che diventerà oggetto di un amore non ricambiato. Non è certo se Laura sia realmente esistita. È possibile che si tratti di una creazione letteraria: il nome Laura, infatti, richiama il Lauro, pianta sacra ad Apollo, il dio della poesia.


Maturità

Nel 1330 Francesco prese gli ordini minori, entrando al servizio del cardinale Giovanni Colonna. Ebbe così occasione di dedicarsi alla scrittura e di viaggiare. Tra i suoi viaggi, importante fu quello a Roma, dove entrò a contatto diretto con la classicità. Al suo ritorno, si stabilì in un rifugio solitario a Valchiusa, vicino ad Avignone, dove trovò pace e tranquillità e scrisse gran parte delle sue opere. 


Gli ultimi anni

Nel 1341 Petrarca ricevette l'incoronazione poetica a Roma, offerta dal Senato di Roma come riconoscimento del suo valore. Nel 1348, dopo la delusione per il fallimento del progetto repubblicano di Cola di Rienzo, a cui aveva aderito, venne a sapere della morte di Laura e del cardinale Colonna a causa della peste. Nel 1350, a Firenze, conobbe Boccaccio, di cui diventò amico. I suoi viaggi non erano conclusi: nel 1353 si trasferì a Milano, tra il 1361 e il 1370 fa tra Padova e Venezia, per poi stabilirsi definitivamente ad Arquà, sui Colli Euganei, luogo in cui si dedicherà esclusivamente allo studio e alla scrittura. Qui morirà nel 1374.



I temi

I classici 

Petrarca si assegna il compito di portare il sapere antico nel mondo moderno. La sapienza classica è sentita come un modello di umanità in cui Petrarca si riconosce e attraverso cui conosce meglio se stesso. Perché questo sia possibile, i testi devono essere restituiti alla loro forma originale, correggendo gli errori di trascrizione accumulatisi nei secoli: possiamo dire che Petrarca è l'iniziatore della filologia. Egli è anche un cercatore di testi: durante i suoi viaggi visita varie biblioteche, e arriva a creare la biblioteca privata più ricca d'Europa.


L'amore

Petrarca è sempre in bilico tra la vita spirituale e il desiderio di vivere nel mondo. Non riesce a prendere le distanze dall'amore, che viene espresso da un lato lodando Laura, ma soprattutto descrivendo i suoi effetti: l'infelicità, la disgregazione morale, il senso di colpa e di peccato. Le sue riflessioni sulla passione, sul desiderio e sul malessere amoroso nascono da una forte dimensione etico-religiosa.


La tensione spirituale

Uno dei temi fondanti è il tormento interiore, l'incapacità di risolvere il dissidio tra spiritualità e passioni terrene, tra religione e letteratura. La sua inquietudine si esprime nei viaggi e nelle opere. Petrarca vive una religiosità interiore, ma nutrita da esperienze e bellezze mondane.


L'autoritratto

Petrarca costruisce un ritratto di se stesso per i posteri nelle sue epistole, sulla scia di Cicerone. La sua autobiografia è idealizzata, è un'esibizione pubblica, tuttavia non sono nascoste alcune ombre, come la schiavitù per certe passioni che gli impediscono di aderire fino in fondo all'ideale di intellettuale ascetico.


Le opere

In latino

Per Petrarca il latino è la lingua dell'espressione quotidiana. La maggior parte della sua produzione è quindi in latino. Tra le principali opere in versi troviamo le Epystole metrice (lettere in versi raccolte a partire dal 1350), l'Africa (poema epico in esametri composto tra il 1338 e il 1341, poi rimaneggiato e rimasto incompiuto, sulla seconda guerra punica), il Bucolicum carmen (egloghe pastorali sul modello delle Bucoliche di Virgilio, 1346-1348), i Psalmi penitentiales (7 preghiere in versi, 1348). Tra quelle in prosa, oltre alle Epistole, troviamo dei trattati: Secretum (sul dissidio tra passioni terrene e spiritualità, 1342-1343 e 1353), De vita solitaria (elogio della solitudine e dello studio, terminato nel 1356), De otio religioso (sull'importanza dell'otium dei religiosi e dei letterati, 1347), De remediis utriusque fortune (sulla buona fortuna e la cattiva sorte, completato nel 1366).


In volgare

In volgare Petrarca scrive solo due opere, ma esse rappresentano insuperabili modelli lirici. Oltre al Canzoniere, suo capolavoro, scrive i Trionfi (Triumphi), poema allegorico-didascalico sul modello della Commedia, in cui la raffinata eleganza dei versi è un po' limitata da una rigida imposizione allegorica, che rientra però nei gusti dell'epoca e riscuote grande successo.


Il Canzoniere

Il termine Canzoniere appare per la prima volta in un'edizione del 1516: il nome originale era Rerum vulgarium fragmenta, cioè "Frammenti di cose in volgare". Nonostante il titolo volto a dare un'impressione di umiltà, Petrarca ci lavora per quasi tutta la vita.


Struttura

Il Canzoniere è una raccolta di 366 componimenti lirici di diverso tipo. È diviso in 2 sezioni: in vita di Laura e in morte di Laura. Petrarca concepisce le poesie come un'opera unitaria che dovrà dare una riscrittura ideale della propria vita.


Contenuti

Personaggio centrale è Laura, figura idealizzata e simbolica (anche il nome ricorda il lauro, cioè l'alloro, pianta della poesia). Laura, a differenza della Beatrice dantesca, ha connotati più umani e sensuali. Il vero protagonista è il poeta stesso, che esplora i suoi conflitti interiori legati allo scontro tra il desiderio e la moralità, tra istanze umanistiche e medievali. In morte di Laura si fanno prevalenti altre tematiche, come la politica, la religione, il tempo, la memoria e la morte.


Lingua

Il volgare di Petrarca tende a riprodurre la perfezione formale del latino. Egli ha un gusto classicista e, al contrario di Dante, usa un linguaggio chiuso e selettivo, depurato da sperimentalismo e da tratti realistici, studiato e corretto nei minimi dettagli.

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FAQ - Domande frequenti

Qual è il titolo originale del "Canzoniere"?

Qual è il grande tormento interiore di Petrarca?

Dove e quando nacque Petrarca?

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