Il nome, detto anche sostantivo, è una parte variabile del discorso che permea la nostra vita di tutti i giorni: usiamo i nomi, infatti, per indicare e riferirci a persone, animali e cose. In questa lezione vedrai le sue caratteristiche principali e le sue funzioni.
Le caratteristiche del nome
Come indicato sopra, il nome è una parte variabile del discorso: ciò significa che la sua forma varia a seconda del suo genere (maschile/femminile) e del suo numero (singolare/plurale). La sua natura variabile gli permette, inoltre, di concordare con altre parti variabili del discorso che si riferiscono ad esso (ovvero articoli, aggettivi, pronomi e verbi).
Info 1: Le parti del discorso sostantivate
Ogni parte variabile del discorso (articolo, aggettivo, pronome, verbo) può diventare sostantivata, ovvero può essere trasformata in un nome. Per fare ciò, essa può essere preceduta o meno da un articolo.
Esempio
Una ricca banchiera viaggia su un aereo privato. (aggettivo) Quell'aereo privato è sicuramente pieno di ricchi. (sostantivo)
Non ti dico cosa farò domani, è un segreto! (dire e fare sono qui usati come verbi)
Tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare. (dire e fare sono qui usati come sostantivi, preceduti da articolo)
La struttura del nome
Vi sono delle categorie di sostantivi individuate in base alla struttura del nome. Puoi osservarle nei paragrafi sottostanti.
Info 1: I nomi primitivi, derivati e alterati
I nomi primitivi sono quei nomi che non derivano da nessun'altra parola: essi sono composti dalla radice (la parte invariabile del nome, portatrice del significato) e dalla desinenza (la parte variabile, che indica genere e numero del nome). I nomi derivati, come suggerisce il nome stesso, derivano da un nome primitivo al quale viene aggiunto un affisso. Quando l'affisso precede la radice prende il nome di prefisso, quando invece la segue prende il nome di suffisso. Gli alterati sono una tipologia particolare di nomi derivati, caratterizzata per l'aggiunta di suffissi che conferiscono specifiche sfumature di significato ai nomi. Gli alterati di suddividono in diminutivi, accrescitivi, dispregiativi e vezzeggiativi.
Esempio
Nome primitivo: cane
Nome derivato: canile
Nomi alterati: cagnaccio (dispregiativo), cagnetto (diminutivo/vezzeggiativo)
Info 2: I nomi composti
I nomi composti si formano dall'unione di più parole. Queste parole possono essere sostantivi, aggettivi e verbi, combinate tra loro.
Esempio
pescecane (nome + nome)
cassaforte (nome + aggettivo)
belvedere (aggettivo + verbo)
Il genere del nome
Il genere (maschile o femminile) è una caratteristica di tutti i nomi della lingua italiana. Esso è in alcuni casi deducibile dalla desinenza del nome, in altri no. È importante ricordare, però, che il genere di nomi che si riferiscono a oggetti inanimati è casuale, ovvero non è basato su caratteristiche intrinseche del nome e del suo significato. Nel caso di nomi che si riferiscono a esseri animati, invece, il genere rispecchia il genere della persona o animale a cui il nome si riferisce.
Info 1: I nomi mobili
I nomi mobili sono quelli che mantengono la stessa radice ma possiedono due desinenze, una per il maschile e una per il femminile.
Esempio
il maestro - la maestra
il cameriere - la cameriera
l'imprenditore - l'imprenditrice
il dottore - la dottoressa
Info 2: I nomi indipendenti
I nomi indipendenti sono quei nomi che cambiano la radice a seconda del genere. Sono spesso nomi che indicano rapporti di parentela familiare, oppure alcuni nomi di animali.
Esempio
il padre - la madre
il fratello - la sorella
il toro - la mucca
Info 3: I nomi di genere comune
I nomi di genere comune sono quei nomi che mantengono la stessa forma per entrambi i generi. Sono spesso participi presenti sostantivati, facilmente individuabili perché terminano in "-nte". Fanno parte di questa categoria anche alcuni nomi che terminano in "-ista", "-cida", "-iatra", "-ta", "-ga" e alcuni nomi che terminano in "-e".
Nota bene: Il genere di questi sostantivi si può dedurre dagli articoli o dagli aggettivi che li accompagnano.
Esempio
il paziente - la paziente
il motociclista - la motociclista
il pediatra - la pediatra
il testimone - la testimone
Info 4: I nomi di genere promiscuo
I nomi di genere promiscuo hanno un'unica forma, valida per entrambi i generi. La differenza con i nomi di genere comune è che l'individuazione del genere di quelli di genere promiscuo non si può effettuare osservando gli articoli o gli aggettivi che li accompagnano, ma è necessario dedurlo dal contesto.
Esempio
Nomi di animali come il cigno, il pavone, la giraffa sono nomi che mantengono la stessa forma (e lo stesso articolo) per indicare sia il maschio che la femmina; vengono a volte seguiti dalle parole "maschio" o "femmina" proprio per specificarne il genere.
Il numero del nome
Il numero (singolare o plurale) è una caratteristica di tutti i nomi della lingua italiana. Esso è, in alcuni casi, facilmente deducibile dalla desinenza del nome; in altri, no.
Info 1: I nomi variabili
I nomi variabili hanno una desinenza specifica per il singolare e una per il plurale. Tali desinenze sono "-a", "-o", "-e" per il singolare, "-e", "-i" ed in rari casi "-a" per il plurale.
Esempio
l'amico - gli amici
la sorella - le sorelle
il fiore - i fiori
la stazione - le stazioni
l'uovo - le uova (raro caso di plurale in "-a")
Info 2: I nomi invariabili
I nomi invariabili hanno un'unica desinenza per il singolare e il plurale. La forma di questi nomi rimane, pertanto, invariata. Generalmente appartengono a questa categoria nomi che terminano con una vocale accentata o una consonante, oppure i sostantivi monosillabici.
Esempio
il caffè - i caffè
la città - le città
lo sport - gli sport
il re - i re
Info 3: I nomi difettivi
I nomi difettivi mancano di una delle due forme, quella singolare o quella plurale. Appartengono a questa categoria soprattutto nomi usati prevalentemente al plurale, e i cosiddetti nomi non numerabili, usati al singolare.
Esempio
Nomi difettivi: gli occhiali, le ferie
Nomi non numerabili: il latte, l'acqua
Info 4: I nomi sovrabbondanti
Al contrario dei difettivi, i nomi sovrabbondanti possiedono non solo una, ma ben due forme per il plurale. Il significato del nome può mutare o meno a seconda del cambio di forma.
Esempio
Il singolare ginocchio possiede le due forme plurali ginocchi e ginocchia, le quali sono intercambiabili poiché hanno lo stesso significato.
Il singolare ciglio possiede le due forme plurali cigli e ciglia, le quali non sono intercambiabili poiché hanno un significato diverso.
Il significato del nome
In base al significato che possiedono, i nomi possono essere divisi in categorie. Puoi osservarle nei paragrafi sottostanti.
Info 1: I nomi propri e comuni
I nomi propri si riferiscono ad un individuo specifico e sono facilmente riconoscibili perché si scrivono sempre con la prima lettera maiuscola.
I nomi comuni, invece, sono quei nomi che si riferiscono ad un elemento generico di una categoria, e non dunque ad un individuo specifico. Essi si scrivono con la prima lettera minuscola (tranne nel caso in cui si trovino ad inizio frase).
Esempio
Matilde e Francia sono esempi di nomi propri, riferiti rispettivamente ad una persona e ad un paese; ragazza e nazione sono invece nomi comuni.
Info 2: I nomi concreti e astratti
I nomi concreti si riferiscono a persone/animali/cose reali e tangibili, ovvero percepibili tramite almeno uno dei cinque sensi; i nomi astratti si riferiscono a persone/animali/cose non percepibili tramite i sensi, come ad esempio i nomi riferiti ad emozioni e stati d'animo.
Esempio
Camicia e calzini sono nomi concreti; noia e idee sono nomi astratti.
Info 3: I nomi individuali e collettivi
I nomi individuali sono quei nomi che, espressi al singolare, si riferiscono a singoli individui e elementi; i nomi collettivi sono invece quei nomi che, anche se espressi al singolare, fanno riferimento ad un numero imprecisato di persone/animali/cose, considerate quindi come un gruppo.
Esempio
Le parole comitiva, gente e folla sono nomi collettivi, in quanto si riferiscono a insiemi composti da più persone; persone è invece un nome individuale (qui espresso al plurale).
Qual è la differenza tra nomi concreti e astratti?
I nomi concreti si riferiscono a persone/animali/cose reali e tangibili, ovvero percepibili tramite almeno uno dei cinque sensi; i nomi astratti si riferiscono a persone/animali/cose non percepibili tramite i sensi, come ad esempio i nomi riferiti ad emozioni e stati d'animo.
Qual è la differenza tra nomi sovrabbondanti e nomi difettivi?
I nomi sovrabbondanti possiedono due forme per il plurale. I nomi difettivi mancano di una forma, che può essere quella singolare o quella plurale.
Come si distinguono i nomi comuni dai nomi propri?
I nomi propri si scrivono sempre con la prima lettera maiuscola; i nomi comuni si scrivono con la maiuscola solo se sono ad inizio frase.
Quale differenza c'è tra "nome" e "sostantivo"?
Nessuna: "nome" e "sostantivo" sono sinonimi.
Beta
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