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Il mito e l'epica

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Insegnante: Chiara

Riassunto

Il mito e l'epica

In poche parole

Mito ed epica sono tra i generi letterari più antichi, utilizzati il primo per fornire spiegazioni circa fenomeni per i quali ancora non esisteva una spiegazione e il secondo per narrare le imprese di personaggi eroici. Grazie alle tematiche trattate, forniscono conoscenze sulle civiltà antiche, sui loro valori morali, spirituali e sulle loro società.



1. Il mito

Il termine "mito" deriva dalla parola greca mythos, la quale significa "parola", "discorso", "racconto". Il mito è un genere nato nell'antichità, quando ancora non vi erano i mezzi scientifici e tecnologici per fornire spiegazioni circa le origini del mondo e degli esseri viventi, dei fenomeni naturali, e di tutto ciò che avesse a che fare con l'esistenza in generale. Al mito veniva attribuita un'importanza sacra e spirituale ed esso veniva tramandato per via orale, essendosi originato quando ancora la scrittura non esisteva.


TIPOLOGIE

Il mito viene suddiviso in diverse categorie, in base agli eventi che si sta cercando di spiegare:

  • eventi della creazione: miti cosmogonici (sulle origini dell'universo e dei pianeti), miti teogonici (sugli dèi e le loro imprese), miti antropogonici (sulle origini e l'evoluzione dell'uomo) e miti di eroi, come Achille e Gilgamesh (questi miti prendono più correttamente il termine di epica);
  • eventi naturali, come la pioggia, il sole e l'alternarsi delle stagioni: miti naturalistici;
  • origine di istituzioni sociali e politiche, nonché di usanze e tradizioni: miti eziologici;
  • eventi storici: miti storici.


STRUTTURA

La struttura del mito si articola in una parte iniziale nella quale vengono introdotti i personaggi e le vicende; lo svolgimento, nel quale si articolano i fatti, caratterizzato solitamente da scontri e conflitti tra i personaggi; una conclusione, nella quale viene ristabilita una situazione di armonia ed equilibrio, situazione presente nella realtà e che il mito vuole cercare di spiegare.


PERSONAGGI

Il mito è caratterizzato dalla presenza di figure con poteri eccezionali, come dèi, semidèi ed eroi. Possono comparire mostri nel ruolo di antagonisti, e talvolta uomini comuni. Gli elementi della natura assumono il ruolo di veri e propri personaggi, con propri poteri e volontà. 


TEMPO E SPAZIO

Nel mito il tempo è sempre imprecisato e molto lontano, indicato con espressioni come "in principio..." o "un tempo...". Anche lo spazio risulta indefinito: i luoghi sono aperti, immaginari, fantastici. Talvolta possono comparire luoghi reali, ma anche in questo caso essi vengono immersi in un'atmosfera fantastica.


LINGUAGGIO

Il linguaggio del mito è chiaro, semplice, caratterizzato da molte ripetizioni, in modo tale che chi lo ascoltava potesse ricordarsi più facilmente i personaggi e le vicissitudini. Sono frequenti gli aggettivi e le similitudini.



2. L'epica

Il termine epica deriva da èpos, che significa "parola" o "canto accompagnato da musica". Il racconto epico narra le imprese straordinarie di popoli, eroi o dèi: spesso attinge a fatti storici realmente accaduti, rielaborati in chiave più "solenne" ed eroica, con una componente importante di elementi derivati dalla mitologia greca. Come nel caso del mito, il racconto epico nacque come narrazione tramandata a voce, per poi cominciare a essere trascritto, il più delle volte sotto forma di poema in versi. La sua funzione principale era quella di tramandare e celebrare la cultura, i valori e le regole di comportamento di un popolo, nonché diffondere informazioni tecnico-pratiche relative ad alcuni aspetti della società. L'epica assumeva dunque grande valore ideologico e sociale.


STORIA DELL'OPERA EPICA

La prima opera di genere epico, la cosiddetta Epopea di Gilgamesh, risale al III millennio a.C. e narra il lungo viaggio del re della città di Uruk alla ricerca dell'immortalità, conclusasi però senza successo: nonostante ciò, Gilgamesh torna dal suo viaggio molto più saggio. Diversi secoli più tardi si sviluppò l'epica classica, inaugurata dai poemi omerici, l'Iliade e l'Odissea: il primo, ambientato durante la guerra di Troia, è incentrato sulla figura del valoroso guerriero acheo Achille, mentre il secondo tratta il lungo viaggio di ritorno in patria di Ulisse in seguito alla guerra di Troia. Si tratta di opere di epica eroica, incentrate sulla figura dell'eroe, di condizione sociale elevata e dalle capacità e qualità straordinarie. L'età ellenistica, successiva alla morte di Alessandro Magno, è caratterizzata dalle Argonautiche di Apollonio Rodio, incentrate sulle avventure di un gruppo di eroi sulla nave Argo, la prima costruita dall'uomo. L'opera di Apollonio Rodio si differenza dalla produzione precedente per il carattere eziologico di alcune parti della narrazione. Dal III secolo a.C. vi è l'età romana, la cui opera più importante è l'Eneide di Virgilio, incentrata sulla figura di Enea, alla ricerca di una nuova patria in seguito alla distruzione della città di Troia e fondatore della città di Roma. Il Medioevo è caratterizzato da produzioni epiche che non attingono più alla mitologia greca: Beowulf, dedicato alle vicende dell'omonimo eroe, le chansons de geste, il ciclo bretone, incentrato sulla figura di Re Artù, e la Canzone dei Nibelunghi, incentrata sull'eroe Sigfrido. L'età moderna vede la nascita di opere quali l'Orlando innamorato di Matteo Mattia Boiardo, l'Orlando furioso di Ludovico Ariosto e la Gerusalemme liberata di Torquato Tasso. Nelle epoche successive il genere epico vede un rapido tramonto: attualmente, il genere che più vi si avvicina è quello delle saghe, ovvero cicli di romanzi che narrano di lunghe vicende con uno o più personaggi (ad esempio, Il signore degli anelli).


STRUTTURA

Il poema epico per la sua lunghezza è generalmente diviso in libri o canti. La sua struttura è tripartita: il proemio, la parte iniziale, caratterizzato dalla protasi, ovvero l'enunciazione degli argomenti trattati, e dall'invocazione alla Musa (divinità protettrice della poesia, alla quale il poeta chiede aiuto per la composizione dell'opera); lo svolgimento, la parte più ampia dell'opera, nella quale si svolgono le vicende; la conclusione, solitamente caratterizzata da un lieto fine e da un tono encomiastico.


LINGUAGGIO

Il linguaggio dell'opera epica è solenne, di registro formale, in linea con i contenuti eroici e le imprese straordinarie compiute dai personaggi. Frequenti sono le similitudini e le metafore, nonché le formule fisse, ovvero parole ricorrenti e modi di dire che venivano in aiuto all'aedo, colui che narrava l'opera, quando ancora questa non veniva trascritta e veniva tramandata oralmente. Frequenti sono gli epiteti, ovvero nomi e aggettivi che accompagnano i personaggi per definirne le qualità più importanti (ad esempio, "l'ingegnoso Ulisse" o "Achille divino"), e i patronimici, termini derivati dal nome del padre (ad esempio, Achille viene chiamato "Pelide", ovvero figlio di Peleo).


TEMI

Il genere epico è caratterizzato da due tematiche principali: il viaggio e la guerra. Il primo è caratterizzato dalle vicissitudini dell'eroe, che viene ostacolato o aiutato dagli dèi, ed è accompagnato dal tema del ritorno in patria e dall'ospitalità, considerata sacra nell'antichità. La guerra rappresenta invece la massima espressione di fedeltà per la patria, nonché del desiderio di compiere imprese gloriose al fine di essere ricordato e celebrato dai posteri. A questo tema si lega quello della sepoltura, del rito funebre e del culto dei defunti.

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FAQ - Domande frequenti

Quali sono le tematiche principali del genere epico?

Di che cosa narra il racconto epico?

Quando è nato il mito?

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