La lingua e lo stile

In poche parole

Ogni storia può essere raccontata in modi diversi. Per lingua e stile di una narrazione si intendono una serie di scelte fatte dall'autore per rappresentare la sua storia, la sua ambientazione e i suoi personaggi, e per trasmettere il suo messaggio. Queste scelte sono inerenti al linguaggio utilizzato (lingua) e alle forme e modalità utilizzate (stile).

1. La lingua

Un autore, quando vuole raccontare una storia, deve prima sapere che tipo di parole usare (lessico), in che modo queste parole e frasi dovranno combinarsi e ordinarsi nel testo (sintassi), che tono generale vuole ottenere (registro linguistico) e se inserire o meno delle figure retoriche. Le possibilità sono parecchie, analizziamole!

IL LESSICO

Il lessico può essere:

Aulico: determina un registro linguistico alto. È formato da parole in disuso, colte. Può risultare difficile da comprendere.
Popolare: è formato da parole in dialetto e da espressioni regionali. Non sempre è sinonimo di chiarezza, ma è spesso usato per ottenere verosimiglianza.
Colloquiale: è formato da parole comuni, conosciute, utilizzate nella vita di tutti i giorni e nel parlato. Crea vicinanza con il lettore.
Misto: è l'insieme di tutti i lessici precedenti, spesso mischiati a fini ironici e umoristici.

LA SINTASSI

La sintassi può essere:

Paratattica: la storia è formata da frasi indipendenti l'una dall'altra. Risulta di immediata comprensione. I periodi sono brevi.
Ipotattica: la storia è formata da frasi subordinate, la struttura è più complessa e i periodi più lunghi.

IL REGISTRO LINGUISTICO

In una storia, spesso, troviamo più di un registro linguistico. Il tono di un racconto, infatti, dipende dalla situazione specifica descritta e dal suo contesto, ed è formato dall'insieme delle altre scelte linguistiche. Possiamo però distinguere:

Registro alto: lessico aulico e sintassi ipotattica contribuiscono a dare alla storia un tono alto.
Registro medio: il tono è medio, il lessico standard, la sintassi mista.
Registro basso: il lessico è colloquiale e vicino al lettore, la sintassi paratattica. Riproduce il parlato.

Nota bene: Anche le figure retoriche e la punteggiatura contribuiscono al registro linguistico. Si tratta di strumenti che lo scrittore utilizza per influire sul ritmo della narrazione, sulla sua vivacità o per sottolineare alcuni elementi in particolare.

2. Lo stile

Le scelte linguistiche di un autore e il modo generale in cui sceglie di trasmettere la propria storia, i propri valori e i propri significati formano lo stile della narrazione.

I DISCORSI

L'autore può decidere di portare sulla pagina i discorsi e le parole dei personaggi in tanti modi diversi.

Discorso diretto: le parole dei personaggi sono espresse in modo chiaro. Sono segnate dalle virgolette o da qualche altro segno di punteggiatura. Il lettore riesce a individuare con facilità che si tratta di un dialogo, chi pronuncia cosa e qual è la risposta. Il narratore lascia la parola ai personaggi, limitandosi a riportare sulla pagina le loro parole.

Esempio
Marco disse: "Giovanni, dobbiamo fare qualcosa" e Giovanni rispose: "Tipo cosa? Ho paura!"
Discorso indiretto: il narratore riferisce le parole dei personaggi sulla pagina, raccontandole. Non c'è punteggiatura. È più difficile da individuare nel testo.

Esempio
Marco disse a Giovanni che secondo lui bisognava proprio fare qualcosa, ma Giovanni rispose che non aveva idea di cosa potessero fare, perché era molto spaventato.

I PENSIERI

A volte, quello che un personaggio pensa non viene detto. L'autore deve quindi scegliere come comunicare al lettore le cose che il personaggio ha solo pensato o provato, dentro di sé, e che esprime rivolgendosi a se stesso o a un interlocutore immaginario.

Soliloquio: il narratore riporta nel testo i pensieri del personaggio, senza intervenire, ordinandoli e mettendoli a completa disposizione del lettore, che ha con loro un contatto diretto.
Monologo interiore: i pensieri sono riportati in questo caso in maniera disordinata, a simulare il modo in cui sono venuti in mente al personaggio.
Flusso di coscienza: i pensieri sono riportati in maniera disordinata e irrazionale, senza punteggiatura e senza rispetto delle regole della sintassi.