Gli Ebrei

​​In breve

La popolazione degli Ebrei fu molto importante per diverse ragioni. Fu il primo popolo monoteista della storia ed ebbe una storia travagliata fino a che non fu conquistato dai Persiani. Scopriamo qualcosa sugli Ebrei del passato per capire il nostro presente.

Il territorio

LA PALESTINA

Inizialmente gli Ebrei furono un popolo di pastori seminomadi stanziati in Mesopotamia, vicino alla città di Ur. In seguito, essi migrarono in Palestina, sulla costa orientale del Mediterraneo (dove si trova l'attuale Israele) e lì si stabilirono.

​Le migrazioni del popolo ebraico: dalla Mesopotamia in Palestina (in rosso), verso l'Egitto (in verde) e ritorno (in blu)​

La religione

A differenza degli altri popoli antichi, gli Ebrei erano (e sono) monoteisti: veneravano cioè un unico dio, Yahveh, con cui avevano stretto alleanza, e di cui erano il "popolo eletto". Yahveh era creatore del mondo, non poteva essere rappresentato con fattezze umane e avrebbe giudicato gli esseri umani alla loro morte. Il testo sacro degli Ebrei era la Bibbia, un insieme di testi diversi che contenevano il messaggio di Yahveh per gli esseri umani: da questo derivava gran parte dei precetti morali e religiosi della civiltà occidentale.

Ricorda: la Bibbia è utilizzata come fonte storica per le vicende del popolo ebraico dalla fondazione del regno di Israele, in quanto, accanto a eventi mitici e simbolici, narra anche vicende realmente accadute.

Gli eventi

L'ETÀ DEI PATRIARCHI

Intorno al 1900 a.C., secondo la Bibbia, Abramo condusse gli Ebrei da Ur alla Palestina, "Terra promessa" loro da Yahveh. Dopo Abramo, il potere passò a suo figlio Isacco, e poi al di lui figlio Giacobbe, che assunse il nome di Israele, termine che poi indicò l'intera nazione ebraica. I dodici figli di Giacobbe divennero i capi (patriarchi) delle dodici tribù degli Ebrei.

IL PERIODO IN EGITTO E L'ESODO

Intorno al 1700 a.C. una carestia colpì la Palestina, portando gli Ebrei a migrare in Egitto (all'epoca invaso dagli Hyksos e alla fine del Medio Regno). Secondo la Bibbia, in Egitto gli Ebrei furono inizialmente accolti bene, ma vennero poi ridotti in schiavitù. Nel XIII secolo a.C. gli Ebrei lasciarono l'Egitto sotto la guida di Mosè, intraprendendo un lungo viaggio (esodo) durante il quale Mosè ricevette le Tavole della Legge. Gli Ebrei rientrarono poi in Palestina, dove si erano stanziati i Filistei, approfittando della debolezza dell'Egitto. Filistei ed Ebrei (ancora divisi nelle dodici tribù, con a capo dei giudici) combatterono a lungo per il controllo del territorio.

IL REGNO DI ISRAELE

Intorno al 1000 a.C. Saul unificò le tribù fondando il regno di Israele. Dopo Saul, sul trono ascesero David (1000 - 962 a.C.), che sconfisse i Filistei e portò la capitale a Gerusalemme, e Salomone (962-922 a.C.), abile legislatore che costruì il Tempio di Gerusalemme, dove erano custodite, nell'Arca dell'Alleanza, le Tavole della Legge.

LA DIVISIONE DEL REGNO E LA DECADENZA

Alla morte di Salomone, il regno venne diviso tra i suoi figli nel regno di Giuda (a sud, con capitale Gerusalemme) e regno di Israele (a nord, con capitale Samaria), che entrarono presto in una crisi politica e morale. I profeti da tempo ne avevano annunciato la decadenza dei costumi. Nel 721 a.C. il regno di Israele venne conquistato dagli Assiri. Nel 586 a.C. il re babilonese Nabucodonosor II conquistò il regno di Giuda distruggendone la capitale e il Tempio. Parte della popolazione ebraica fu resa schiava e deportata a Babilonia per cinquant'anni (cattività babilonese). Nel 539 a.C. i Persiani conquistarono Babilonia e concessero agli Ebrei di ritornare in Palestina. Tuttavia, essi non ricostruirono un'unità politica, rimanendo sottomessi a degli stranieri, ma mantennero una forte identità culturale, nell'attesa del Messia, che avrebbe restituito loro la "Terra promessa".