Cina e Giappone tra Medioevo ed Età moderna

In breve

Le due civiltà dell'Estremo Oriente vissero per gran parte della loro storia isolate dall'Europa e dagli altri continenti. Vediamone la storia nel periodo che corrisponde al Medioevo e alla prima Età moderna dell'Europa.

Il territorio

La Cina era sede di una civiltà antichissima, sorta lungo le rive del Fiume Giallo, che dal 221 a.C. si era dotata di un governo imperiale. Gradualmente lo Stato cinese si era esteso verso il Mar Cinese, il Sud-est asiatico e l'Asia centrale.

Nelle isole del Giappone le prime civiltà si svilupparono dal XIV secolo a.C., e subirono l'influenza della Cina.

La società

Diverse dinastie governarono la Cina, in cui si alternarono periodi di unità a epoche di frammentazione politica. L'amministrazione del Celeste Impero cinese era molto efficiente, esercitata da funzionari statali (mandarini) scelti tramite esami. L'economia si basava sull'agricoltura (riso), sull'artigianato e sul commercio (seta e porcellana). I Cinesi inventarono numerosi strumenti, poi passati in Occidente, come la carta, i caratteri mobili, la bussola e la polvere da sparo.

Il Giappone era governato dal VII secolo da un sistema imperiale, su modello cinese. Dal XII secolo si affermarono alcune famiglie nobili, che si contendevano il potere nello Stato feudale. Al servizio dei nobili (daimyo) vi erano i guerrieri samurai.

La religione

In Cina non vi era una religione ufficiale, venivano seguiti i precetti di Confucio o del Taoismo. In Giappone la religione principale era lo Shintoismo (l'imperatore era adorato come un dio). Gradualmente, in Cina e Giappone si affermò anche il Buddismo.

Gli eventi

LA CINA DAI SONG AGLI YUAN

Intorno al X secolo, il governo dei Tang entrò in crisi: la dinastia finì nel 907, e il Paese si frammentò, con cinque dinastie che si contendevano il potere. Il Celeste Impero venne riunificato nel 960 dalla dinastia Song, che diede al Paese un periodo di grande sviluppo mercantile, scientifico e culturale. La dinastia non riuscì però a opporsi all'avanzare dei Mongoli: guidati da Gengis Khan, essi devastarono e conquistarono la Cina settentrionale fino all'attuale Pechino. Fu poi Kubilai Khan a conquistare il resto dell'impero, dando vita alla dinastia degli Yuan (1279-1368).

Ricorda: Kubilai era Gran Khan, e formalmente regnava anche sugli altri khanati che componevano l'impero mongolo.

Sotto gli Yuan, venne avviata un'espansione verso il Sud-est asiatico (attuale Vietnam) e vennero fatti più tentativi di invadere il Giappone, che però non ebbero successo per i forti venti (in giapponese kamikaze) che distrussero le navi cinesi.

LA DINASTIA MING E I VIAGGI DI ZHENG HE

I conquistatori Mongoli, nomadi e allevatori, erano mal sopportati dalla popolazione dei Cinesi, agricoltori e sedentari. Inoltre l'impero venne indebolito dalla peste che poi sarebbe giunta in Europa. Scoppiarono perciò numerose rivolte contadine contro gli Yuan, finché essi non vennero cacciati nel 1368, quando ebbe inizio la nuova dinastia cinese dei Ming. La Cina visse una nuova epoca di splendore, a Pechino venne costruita la Città Proibita imperiale.

Fu molto importante anche lo sviluppo della flotta, mercantile e militare, che rese possibile ai Ming estendere la loro influenza verso il Mar Cinese e l'Oceano Indiano. I viaggi più importanti furono effettuati dall'ammiraglio Zeng He  tra 1405 e 1433, che arrivarono fino all'Africa orientale.

I viaggi di esplorazione si rivelarono però poco convenienti per l'impero, già molto ricco: la flotta venne quindi smantellata. Di fronte a nuove invasioni dal nord, negli anni successivi gli imperatori Ming decisero di abbandonare totalmente l'espansione marittima, adottando invece una politica di isolamento e rafforzamento dei confini (venne completata la costruzione della Grande Muraglia).

Ricorda: furono gli europei ad affermarsi gradualmente nei mari dell'Estremo Oriente; Portoghesi e Olandesi riuscirono anche ad ottenere alcune basi sulle coste cinesi (come Macao).

LA DINASTIA QING

La dinastia Ming cominciò a declinare: gli imperatori sempre più deboli non riuscirono a imporsi nel governo del Paese, scosso da nuove rivolte contadine. Oltre la Grande Muraglia, i Manciù diedero vita a uno Stato indipendente e guerriero (Manciura), che si lanciò alla conquista della Cina. Nel 1644 l'ultimo imperatore Ming si suicidò, e i Manciù presero Pechino: fu l'inizio della dinastia straniera dei Qing, che regnò fino alla fine dell'impero (1912).

IL GIAPPONE TOKUGAWA

Dal Seicento, in Giappone fu la famiglia Tokugawa a detenere il vero potere, quando Tokugawa Ieyasu sconfisse i nobili rivali e venne nominato dall'imperatore (figura simbolica, priva di potere reale) shogun, ossia generale. I nobili (daimyo) divennero vassalli degli shogun, che instaurarono una dittatura militare ereditaria. 

Le conseguenze

Sotto i Qing, la Cina continuò nella chiusura verso i mari, ma fu intrapresa una grande espansione terrestre: nel Settecento il Celeste Impero aveva conquistato il Tibet, la Mongolia e parte dell'Asia centrale, divenendo uno degli Stati più grandi e ricchi del mondo.

Anche gli shogun decisero l'isolamento per il Giappone, che limitò al minimo i contatti con l'esterno per i successivi due secoli (1641-1853).