Al termine del II secolo a.C. Roma si divideva tra ottimati e popolari, assisteva all'ascesa di Mario e Silla e diveniva teatro della prima guerra fratricida.
Il quadro generale
Roma alla fine del II secolo a.C. era attraversata da conflitti e corruzione, il mos maiorum cedeva a facili ricchezze. La piccola proprietà terriera era in crisi e a Roma aumentava la plebe urbana. Il Senato la sfruttava per i propri scopi, concedendo grano e giochi. Gli Italici chiedevano la cittadinanza, i cavalieri l'accesso alle cariche pubbliche. Roma si divise in due fazioni: gli optimates (ottimati), appartenenti al Senato e i populares (popolari), del ceto equestre.
Gli eventi
L'ASCESA DI GAIO MARIO
I senatori romani, a causa delle ricchezze che potevano ottenere, erano sempre meno attirati da una carriera nell'esercito: ciò permise ai popolari di fare carriera militare. Il primo a riuscirci fu Gaio Mario, che si distinse nelle guerre contro Giugurta, pretendente al trono della Numidia (in Nordafrica), sconfiggendolo nel 105 a.C.. Tra il 102 e il 101 a.C. Mario sconfisse Cimbri e Teutoni nell'Italia settentrionale. Intanto egli seguì il cursus honorum: nel 119 a.C. era stato tribuno della plebe, poi pretore e dal 104 al 100 a.C. fu eletto cinque volte console (solitamente il consolato durava un anno).
Ricorda: Gaio Mario riformò l'esercito, permettendo ai nullatenenti di arruolarsi e di ricevere l'equipaggiamento. Così la plebe urbana poteva essere pagata e ottenere il bottino delle battaglie. I soldati diventavano dei professionisti e si legavano al loro generale perché da lui dipendeva il bottino (denaro e terre).
I POPOLARI E LA CITTADINANZA AGLI ITALICI
Con Gaio Mario i popolari presero il potere e vararono alcune riforme a favore della plebe e degli Italici.
Il grano venne distribuito alla plebe a prezzi molto bassi;
i comizi popolari assunsero potere a svantaggio del Senato;
i veterani di guerra ricevettero terreni dell'agro pubblico;
Livio Druso tentò di estendere la cittadinanza agli Italici, ma fu ucciso. Gli Italici si ribellarono (guerra sociale, 91-88 a.C.) e Roma dovette concedere la cittadinanza ai popoli di tutta l'Italia fino al fiume Rubicone.
MARIO CONTRO SILLA, POPOLARI CONTRO OTTIMATI
Lucio Cornelio Silla era un luogotenente di Mario e a lui venne affidata dal Senato la spedizione contro Mitridate, re del Ponto (nell'Anatolia del nord), che aveva attaccato i possedimenti romani in Asia. Poiché Silla apparteneva al ceto degli ottimati, i popolari assegnarono a Mario la spedizione. Silla, a capo del suo esercito, rifiutò di cedere il comando e attaccò Roma: iniziò la prima guerra civile (88 a.C.).
Molti popolari furono uccisi durante la guerra, Mario scappò e morì nell'86 a.C.. Intanto Silla combatteva le guerre contro Mitridate, sconfiggendolo nell'81 a.C. La prima guerra civile si concluse nell'82 a.C. con la vittoria di Silla, che si fece nominare dictator a vita e avviò una serie di leggi per dare più potere al Senato. Egli morì nel 78 a.C..
Ricorda: Silla stilò delle liste di proscrizione, ossia elenchi di persone, spesso del ceto equestre, che potevano essere uccise rimanendo impuniti e ricevendo denaro in cambio.
POMPEO E CRASSO
A Mario e Silla succedettero altri due uomini forti. Dal 78 al 72 a.C. il generale Gneo Pompeo sedò la ribellione di Quinto Sertorio nella penisola iberica. Marco Licinio Crasso invece dovette sedare la rivolta degli schiavi guidati da Spartaco (73-71 a.C.). Le vittorie permisero a Pompeo (aristocratico) e Crasso (cavaliere) di diventare consoli nel 70 a.C. e acquisire potere. Dopo il consolato, Pompeo fu impegnato in diverse guerre contro i pirati nell'Egeo e nell'Adriatico, contro Mitridate e in Palestina, Siria, Bitinia e Cilicia (in Anatolia).
Ricorda: intanto Cicerone era diventato console e con alcune orazioni in Senato aveva sventato la congiura di Catilina, che voleva conquistare il potere. Catilina fu ucciso (62 a.C.) e Cicerone divenne uno degli ultimi difensori della Repubblica.
Le conseguenze
Le istituzioni della Repubblica romana erano deboli a causa della corruzione, delle lotte di potere, delle richieste della plebe e degli Italici. Mario aveva ottenuto il consolato per cinque anni, Silla era stato nominato dittatore a vita: Roma si avviava verso il comando di un unico uomo. L'ascesa di Pompeo e Crasso fu vista come un pericolo dal Senato, che temeva il loro potere. Quando nel 62 a.C. Pompeo tornò a Roma, i senatori temettero che si impossessasse del potere con l'esercito. I senatori tentarono quindi di sottrarre potere a Pompeo, che si alleò con Crasso. Intanto stava emergendo la figura di Giulio Cesare, che avrebbe segnato le sorti della Repubblica.
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La prima guerra civile: Mario e Silla
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FAQ - Domande frequenti
Perché scoppiò la prima guerra civile a Roma?
La prima guerra civile scaturì dal contrasto tra gli ottimati di Silla e i popolari di Mario nell'88 a.C.. Le due fazioni si contendevano potere e privilegi.
Chi erano ottimati e popolari?
A Roma, gli ottimati formavano il partito del Senato e dell'aristocrazia senatoria, che tentava di mantenere i propri privilegi. I popolari erano il partito dei cavalieri, arricchiti con la carriera militare e il commercio.
Chi erano Gaio Mario e Lucio Cornelio Silla?
Mario apparteneva al ceto equestre e fu il primo popolare a diventare console. Acquisì prestigio attraverso le campagne militari e seguì il cursus honorum. Silla apparteneva all'aristocrazia senatoria ed era luogotenente di Mario.