I Gracchi e la crisi

In breve

L'espansione e il dominio nel mar Mediterraneo mutarono la società romana portando lusso, corruzione e nuove classi emergenti. A questi elementi si aggiungevano crisi interne e conflitti, ma le riforme tentate dai Gracchi furono respinte dal Senato.

Il territorio

Nel II secolo a.C. Roma dominava il Mediterraneo. Si estendeva da Ovest a Est, dalla penisola iberica a Macedonia, Epiro e Anatolia (Pergamo e Mileto). L'Italia era conquistata, la Grecia anche. A sud, le coste dell'Africa settentrionale, dove sorgeva Cartagine, erano diventate provincia romana.

La società

Le vittorie avevano portato enormi ricchezze a Roma. La popolazione era cresciuta, raggiungendo il mezzo milione di abitanti. Si diffuse il lusso: vestiti, gioielli preziosi, opere d'arte, libri e grandi domus (abitazioni). Le leggi suntuarie tentarono di frenarlo. La società romana stava mutando.

Gli appartenenti alla nobilitas (le famiglie ricche) erano gli unici ad accedere al Senato. Non potevano però arricchirsi con i commerci, ma solo con l'acquisto di terreni: nacquero grandi latifondi spesso sottratti all'agro pubblico e lavorati dagli schiavi (bassa manodopera). Ciò mise in crisi i piccoli proprietari terrieri;
gli equites, o cavalieri, erano un ceto emergente molto ricco grazie ai commerci;
i prigionieri di guerra diventavano schiavi: erano trattati come oggetti e lavoravano nelle miniere o nei campi. I più istruiti erano presi nelle case dei padroni e a volte liberati;
i piccoli proprietari terrieri in crisi si trasformarono nella plebe urbana: poveri e nullatenenti si recavano a Roma per trovare lavoro.

Presto senatori e cavalieri entrarono in conflitto. Gli schiavi invece si ribellarono più volte, come in Sicilia tra il 136 e il 132 a.C..

Ricorda: i senatori potevano governare le province (pretori o propretori). In molti casi era un'occasione per arricchirsi attraverso la corruzione, con l'imposizione di tributi e con appalti pubblici.

La religione

Le divinità greche entrarono nel pantheon romano, spesso con altri nomi.

Zeus diventò Giove; Ade, il dio degli Inferi, fu chiamato Plutone; Afrodite, dea della bellezza, divenne Venere.

Ares, il dio della guerra, era Marte; la dea della caccia Artemide divenne Diana; Atena fu chiamata Minerva.

Storia; Roma: dalle origini alla fine della Repubblica; 1a media; I Gracchi e la crisi — *Un tempio romano*

La cultura

La Grecia era stata conquistata territorialmente, ma la cultura ellenistica , più alta e raffinata, conquistò quella romana. Filosofi e intellettuali greci giunsero a Roma, a volte come prigionieri, e divennero educatori o servirono la capitale per esaltarne la storia. Altre volte i figli di ricchi cittadini romani venivano mandati in Grecia per essere istruiti.

Gli eventi

LA RIFORMA AGRARIA DI TIBERIO GRACCO

Nel 183 a.C. Catone divenne censore e osteggiò il lusso che si diffondeva a Roma. Difese il mos maiorum, la condotta frugale, ma era troppo tardi. Anche Gaio e Tiberio Gracco compresero che la corruzione e la crisi della piccola proprietà terriera costituivano un pericolo. Per evitare sollevamenti, alla nuova plebe urbana venivano concessi grano e la partecipazione ai giochi dei gladiatori. Nel 133 a.C. Tiberio (tribuno della plebe) introdusse una riforma agraria che imponeva un limite al possesso di terre: le eccedenze sarebbero state ridistribuite tra i piccoli contadini.

Ricorda: per far rispettare la legge Tiberio fece destituire il secondo tribuno della plebe Marco Ottavio, che gli si opponeva, e si ricandidò al tribunato. I sanatori, contrari alla riforma, lo accusarono di voler diventare re di Roma e aizzarono la plebe contro di lui, uccidendolo.

GAIO GRACCO CONTINUA LE RIFORME

Nel 123 a.C. Gaio Gracco continuò il progetto di Tiberio. Si aggiudicò il favore della plebe, con distribuzioni di grano (legge frumentaria), e quello dei cavalieri: aumentò i giudici del ceto equestre che potevano esprimersi sulla corruzione dei senatori. Nel 121 a.C. propose di concedere la cittadinanza agli Italici. La plebe venne nuovamente aizzata dai senatori, e si sollevò. Il Senato ne approfittò e inviò l'esercito contro Gaio Gracco, uccidendolo.

Le conseguenze

La corruzione, le mancate riforme, il superamento del pomerio in armi per uccidere Gaio Gracco e la divisione tra senatori e cavalieri furono un campanello d'allarme per Roma e segnarono l'inizio della decadenza della Repubblica.