Luigi Pirandello

In poche parole

Se Svevo fa fronte alla nuova realtà scrivendo di personaggi inetti, Luigi Pirandello affronta il Novecento mettendo in dubbio nelle sue opere la possibilità umana di capire e conoscere la realtà in modo oggettivo, e appoggiandosi a un relativismo ironico e amaro. Pirandello è il cantore dell'incomunicabilità.

La vita

Luigi Pirandello nacque nel 1867 ad Agrigento da famiglia agiata borghese. Studiò lettere a Roma e poi filologia romanza a Bonn, in Germania. Tornò a Roma, dal 1892 insegnò all'università e si dedicò alla scrittura di novelle e romanzi. La sua vita adulta fu segnata da accadimenti di natura economica che lo misero in crisi e dalla malattia della moglie. A partire dal 1915 iniziò a scrivere testi teatrali. Furono questi a renderlo famoso. Nel 1934 ricevette il Premio Nobel per la letteratura, morì a Roma due anni dopo.

Le opere

La produzione letteraria di Pirandello è vasta e variegata. Tra i romanzi, ricordiamo Il fu Mattia Pascal (1904) e Uno, nessuno e centomila (1925). Le più di duecento novelle vennero raccolte in Novelle per un anno (1922). Tra le opere teatrali le maggiori sono Sei personaggi in cerca d'autore, Questa sera si recita a soggetto e Così è (se vi pare).

I temi

Tutte le opere di Pirandello esprimono una concezione dell'uomo estremamente moderna. Secondo l'autore ogni persona è tanti individui diversi, a seconda di chi la guarda, anche se si sente "unica". La presa di coscienza di questa frantumazione interiore provoca smarrimento, solitudine, rabbia. Secondo lo scrittore ogni conoscenza, anche quella di se stessi, è per forza di cose relativa, e il modo di vedere le cose è soggettivo. Questo provoca incomunicabilità, perché ciascuno fa riferimento alla propria visione della realtà.