Il genere epico

In poche parole

Si definisce "epica" quel genere letterario che narra delle gesta eroiche e delle imprese leggendarie di un popolo, dei suoi eroi e dei suoi dèi. L'epica è una forma molto antica di narrazione e ha una grande importanza: ci permette di conoscere alcuni aspetti di civiltà molto lontane da noi, i loro valori morali e religiosi.

1. Le origini del genere epico

La parola "epica" deriva del greco èpos (significa "parola", "canto accompagnato da musica") e si riferisce alla tradizione di trasmettere oralmente i racconti di generazione in generazione, grazie alla presenza dei poeti-cantori, detti "aedi" o "rapsodi", che proclamavano le opere accompagnati da strumenti antichi come lire o cetre. Solo più tardi quei racconti sono stati trascritti e si sono trasformati in poemi (lunghe opere narrative in versi). Il genere epico è presente in tutte le culture: tutti i popoli hanno sentito l'esigenza di tramandare le proprie memorie raccontando le gesta gloriose degli eroi locali.

2. Il poema epico nella storia

La prima opera letteraria dell'umanità è un poema epico mesopotamico del III millennio a.C. chiamato L'epopea di Gilgamesh. È la storia del re della città di Uruk che intraprende un viaggio per scoprire il segreto dell'immortalità (non lo scoprirà ma tornerà più saggio). Diversi secoli dopo nascerà l'epica classica, ovvero i poemi del mondo greco e romano. I più importanti sono l'Iliade e l'Odissea, composti in Grecia nel VIII secolo a.C., e l'Eneide, scritta dal poeta Virgilio in latino nel I secolo a.C. In seguito nel Medioevo troviamo la Chanson de Roland (in Francia), le storie di re Artù e i cavalieri della Tavola Rotonda (in Inghilterra), La canzone dei Nibelunghi (in Germania) e il Cantar de mio Cid (in Spagna), che raccontavano delle imprese dei cavalieri. In epoca rinascimentale troviamo l'Orlando furioso di Ludovico Ariosto e la Gerusalemme liberata di Torquato Tasso (in Italia). Oggigiorno il genere epico non esiste più, però un tipo di narrazione simile è quello delle saghe, cicli di romanzi con narrazioni di vicende lunghe con protagonisti eroici (come Il Signore degli anelli).

3. La struttura

La caratteristica principale dei poemi epici è la lunghezza, infatti essi sono composi da un elevato numero di versi che formano canti e libri. Il poema epico ha una struttura solitamente divisa in tre parti:

il proemio, che contiene l'invocazione alla Musa (divinità protettrice della poesia) e la protasi (la presentazione dell'argomento);
lo svolgimento, in cui vengono narrati i fatti;
la conclusione, che presenta quasi sempre un lieto fine.

4. I temi

I temi trattati sono molto variegati, ma possono essere raggruppati in due principali: la guerra e il viaggio. La guerra è il momento in cui l'eroe dimostra fedeltà alla patria e compie imprese gloriose. A ciò si legano il culto dei morti e i riti funebri (in molte culture antiche i morti in battaglia ricevevano degna sepoltura, specialmente gli eroi). Il viaggio invece era il momento in cui l'eroe, sostenuto o ostacolato dai vari dèi, affronta avventure e pericoli. A ciò si legano i temi del ritorno in patria e dell'ospitalità (considerata sacra).

5. Il linguaggio

Il linguaggio cambia in base all'epoca e alla cultura del poema analizzato. L'epoca classica e quella medioevale mostrano un linguaggio solenne, semplice e coinvolgente, caratterizzato da:

presenza di epiteti, espressioni riferite ad un personaggio specifico per renderlo subito riconoscibile (ad esempio Achille viene definito "piè veloce");
uso di patronimici, termini per identificare la discendenza di un personaggio (aggiunta suffisso "-ide": Pelide= figlio di Peleo):
uso di figure retoriche come similitudini, metafore e personificazioni;
ripetizione di espressioni o intere frasi;
presenza di descrizioni ampie e piene di particolari.