Salvatore Quasimodo: vita, opere e poetica

In poche parole

La parabola di Quasimodo rappresenta perfettamente il movimento della poesia novecentesca dal ripiegamento interiore e la rivoluzione delle forme verso un ritorno all'impegno civile e al realismo post Seconda Guerra Mondiale.

La vita

Salvatore Quasimodo nacque nel 1901 a Modica, in provincia di Ragusa, da una famiglia di origini umili. Il padre ferroviere dovette spostarsi per lavoro tutta la vita, e Quasimodo visse in diverse località siciliane. Nel 1919 si trasferì a Roma. Grazie soprattutto alle sue traduzioni dei lirici greci si guadagnò una certa fama, che gli fece guadagnare nel 1941 una cattedra di Letteratura italiana a Milano. Nel 1959 ricevette il Premio Nobel per la letteratura. Morì a Napoli nel 1968.

Le opere

Quasimodo scrisse diverse raccolte di poesia a partire dal 1930 in poi. Tra le più importanti ricordiamo Oboe sommerso (1932), Ed è subito sera (1942), Giorno dopo giorno (1947) e La vita non è un sogno (1949). L'ultima sua opera si intitola Dare e avere e vide la luce nel 1966.

I temi e la poetica

Le prime raccolte poetiche di Salvatore Quasimodo si rifanno alla corrente letteraria dell'Ermetismo. Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, però, il poeta decise di abbandonare le forme oscure e complesse di questa corrente per celebrare e narrare in maniera chiara il dolore degli uomini. La sua poesia dunque cambia in linguaggi e temi, esprime nella maturità impegno sociale e civile. A questi si mescolano il tema della solitudine, quello tipicamente novecentesco dell'incomunicabilità e la sensazione di estraneità nei confronti del mondo.