La teoria dell'evoluzione
Conferme sulla teoria dell'evoluzione
La teoria dell'evoluzione sostiene che, il cambiamento delle diverse specie che popolano la Terra per adattarsi all'ambiente in cui vivono, sia il frutto di un'evoluzione durata miliardi di anni, a partire da un essere vivente comune a tutte le specie.
Esistono diverse scienze che, grazie ai loro studi, sono riuscite ad ottenere prove a sostegno di tale teoria:
Paleontologia
| studia i fossili, ovvero i resti di organismi vissuti nel passato, racchiusi nelle rocce. |
Anatomia comparata | studia forma e funzioni degli organi delle diverse specie. |
Embriologia comparata | confronta lo sviluppo dell'embrione di specie diverse. |
Biologia molecolare | studia il DNA e le molecole biologiche. |
I fossili
Grazie al ritrovamento dei fossili, i paleontologi sono riusciti a creare un ordine cronologico delle specie ritrovate, ricostruendo la storia della vita sulla Terra. L'evoluzione di specie semplici in altre specie molto più complesse ha portato all'odierna biodiversità.
Alcuni fossili testimoniano come siano esistite specie di transizione, le quali racchiudevano caratteristiche intermedie, dimostrando, ad esempio, che gli uccelli si siano evoluti a partire dai rettili.
L'anatomia comprata
Grazie allo studio delle parti del corpo di diverse specie, si è capito come in vari animali con struttura, dimensione, e funzioni diverse, esse si sviluppano a partire dalla stessa parte dell'embrione. La presenza di strutture omologhe è la prova che gli organismi possano discendere da uno stesso antenato.
Basti pensare agli arti anteriori dei vertebrati a quattro zampe, come un uomo o un uccello, i quali presentano lo stesso numero di ossa e la stessa disposizione, nonostante appaiano di diversa forma e utilizzo.
L'embriologia comparata
Grazie allo studio degli stadi di sviluppo degli embrioni di diverse specie, si è capito come tutti i vertebrati sviluppino l'embrione nelle prime fasi di vita in maniera identica, per poi assumere differenti caratteristiche con l'avanzamento dello sviluppo.
Ad esempio, un pesce e un essere umano, nelle fasi iniziali di sviluppo, presentano una coda e quattro aperture parallele all'altezza del collo; tali aperture saranno le branchie nel pesce, e nell'essere umano una di esse sarà parte dell'orecchio interno mentre le altre si chiuderanno.
Si dimostra così come i vertebrati abbiano un antenato comune.
La teoria di Lamarck sull'ereditarietà dei caratteri acquisiti
In passato, l'idea del creazionismo portò a credere all'esistenza di un Creatore che avesse dato alla luce le diverse specie, immutabili col corso del tempo.
Il primo a portare una nuova idea, in contrasto con la precedente fu Lamarck, nel XVIII secolo. Egli sostenne l'evoluzionismo, affermando che le specie subissero dei cambiamenti adattivi nel tempo, per sopravvivere nell'ambiente ospite.
La sua teoria sull'ereditarietà dei caratteri acquisiti sosteneva che, un organo, o una sua caratteristica, potesse svilupparsi solo nel momento in cui venisse utilizzato costantemente, così come un carattere poco sfruttato potesse regredire fino alla scomparsa. Inoltre, affermava che i caratteri che un essere vivente acquisisce nel corso della sua vita, potessero essere trasmessi ai propri discendenti, fino a determinare l'evoluzione della specie, dopo molte generazioni.
Ad esempio, credeva che la giraffa
in origine possedesse un collo corto, il quale si sarebbe allungato dopo diversi tentativi di brucare le foglie degli alberi.
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Tale teoria, ad oggi, è smentita dalla conoscenza della sola trasmissione dei caratteri dati dal DNA da parte degli esseri viventi ai propri figli.
Il figlio di una persona con la muscolatura molto sviluppata, ad esempio, viene al mondo con una muscolatura normale, smentendo in modo semplice la teoria di Lamarck.