Scopri la storia della Repubblica romana, dalla fine della monarchia alle guerre civili (509 - 27 a.C.). In questo periodo Roma passò dall'essere una semplice città-stato alla principale potenza del mar Mediterraneo, una conquista alla volta.
Dopo la cacciata dei re, a Roma venne istituita una Repubblica (dal latino "cosa pubblica"), in cui il governo era esercitato non da un uomo solo, ma da assemblee di cittadini scelti e magistrati. |
Per espandersi in tutta Italia Roma dovette affrontare e conquistare tantissimi popoli. Nel 396 a.C. sottomise definitivamente i popoli del Lazio (Equi, Volsci ed Etruschi). Nel 390 a.C.. i Galli saccheggiarono la città. I Romani proseguirono verso sud, dove sottomisero i Sanniti (popolazione stanziata tra Abruzzo e Molise) e si scontrarono con le città della Magna Grecia. Fra queste, Taranto chiese l'aiuto del re dell'Epiro (attuale Albania), Pirro, che riuscì a riportare qualche vittoria. I Romani lo sconfissero però a Maleventum (poi ribattezzata Benevento) nel 275 a.C., stabilendo il loro dominio sull'Italia meridionale.
La potente città africana di Cartagine costruì un impero sulle coste del Mediterraneo, Sicilia compresa. Proprio per il dominio della Sicilia e del Mediterraneo si combatterono tra i Cartaginesi e i Romani tre guerre, le guerre puniche (i Romani chiamavano i Cartaginesi Punici).
Nello stesso periodo, Roma annesse anche la Macedonia e la Grecia, e stabilì la sua influenza sull'Asia Minore (attuale Turchia), divenendo così la più grande potenza del Mediterraneo.
Grazie alle conquiste, Roma acquisì grandi ricchezze, che però furono mal distribuite, aumentando le differenze fra le classi sociali. La piccola proprietà terriera venne gradualmente sostituita dal latifondo, coltivato da schiavi. Tra 133 e 123 a.C. i fratelli Gracchi, Tiberio e Caio, proposero una riforma agraria che avrebbe previsto una redistribuzione di parte delle terre dei patrizi ai plebei. Il Senato si oppose, portando i due fratelli alla morte. Anche i patrizi si divisero in due partiti: i Popolari, favorevoli alle riforme dei Gracchi, e gli Ottimati, che vi si opponevano. Da questa crisi sociale si passò poi alle vere e proprie guerre civili (cioè interne allo Stato romano).
Giulio Cesare | Alla morte di Silla (78 a.C.), una rivolta dei seguaci di Mario venne soffocata da Gneo Pompeo e Marco Licinio Crasso, che nel 60 a.C. si allearono con Caio Giulio Cesare, per favorire le loro carriere, nel primo triumvirato ("governo di tre uomini"). Cesare divenne console nel 59 a.C., e conquistò Gallia (attuali Francia e Belgio), Britannia (Inghilterra) e parte della Germania (58-50 a.C.). |
Ottaviano divenne il padrone di Roma, e si avviò a riformare lo Stato: tra 31 e 27 a.C. il periodo della Repubblica arrivò così alla conclusione.
Nella Repubblica, il potere era esercitato dal Senato (composto dai 300 membri delle famiglie più antiche, i patrizi), che legiferava e decideva sulle questioni più importanti, e da diversi cittadini detti magistrati:
I magistrati seguivano un percorso ben preciso per arrivare ricoprire le cariche (cursus honorum), erano eletti dalle diverse assemblee cittadine (comizi centuriati per i ricchi, comizi tributi per tutti i cittadini maschi liberi) e rimanevano in carica per un anno. I plebei, cioè i cittadini poveri, erano la maggioranza della popolazione, ma inizialmente erano esclusi dalle cariche pubbliche. Nel 494 a.C. si rifiutarono di lavorare per i patrizi (secessione dell'Aventino). La protesta venne risolta grazie all'intervento del patrizio Menenio Agrippa, e all'istituzione di due rappresentanti della plebe, i tribuni della plebe, in Senato. Nel 450 a.C. le Leggi delle Dodici Tavole sancirono i diritti dei plebei.
Le conquiste di Roma furono possibili grazie a un grande ed efficiente esercito formato da cittadini maschi tra i 17 e 60 anni. I cittadini erano divisi in cinque classi (centurie) in base alla ricchezza. Ogni gruppo formato da 3000 fanti e da 300 cavalieri componeva una legione. Ogni soldato (legionario) doveva pagare il proprio equipaggiamento. Durante gli spostamenti, l'esercito costruiva e alloggiava in un accampamento militare (castrum) a pianta quadrata.
Ricorda: alcune città italiane si svilupparono a partire dagli accampamenti romani, conservandone la pianta: è il caso di Torino.
Inizialmente, la cultura romana era basata sui valori tradizionali di lealtà alla patria, rispetto degli dei e degli antenati. Dalla metà del II secolo a.C., con la conquista dell'Oriente, oltre alle ricchezze arrivarono a Roma anche la cultura, l'arte e la filosofia della Grecia classica ed ellenistica, che ebbero un grande impatto sulla società romana. Il poeta Orazio commentò infatti con queste parole: "la Grecia conquistata conquistò il rude vincitore, e le arti portò nel Lazio agreste". La cultura romana trasse grande ispirazione da quella greca.
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Nella battaglia navale di Azio (in Grecia) del 31 a.C., Ottaviano ottenne una vittoria definitiva sui rivali e conquistò l'Egitto e pose fine alle guerre civili.
Dalla fine della monarchia alle guerre civili (509 - 27 a.C.). In questo periodo Roma passò dall'essere una semplice città-stato alla principale potenza del mar Mediterraneo.
Il cartaginese Annibale e i suoi elefanti attraversarono le Alpi e sconfissero più volte i Romani (battaglia di Canne, 216 a.C.). La città di Roma però non venne attaccata direttamente, così i Romani riuscirono a trasferire un esercito in Africa, obbligando Annibale a difendere Cartagine nella battaglia di Zama (202 a.C.). Publio Cornelio Scipione ("l'Africano") sconfisse definitivamente Annibale.