Come sono fatte le piante
Definizione
Le migliaia di specie di piante esistenti in natura hanno in comune la caratteristiche di essere formate da radice, fusto e foglie.
Questa struttura è il risultato di un processo evolutivo iniziato da un antenato comune abituato ad un ambiente acquatico, l'alga.
Infatti, per adattarsi all'ambiente terrestre, le piante hanno dovuto evolversi mediante un sistema che permettesse l'ancoraggio al suolo e l'assorbimento di acqua e nutrienti (radici) e un altro che garantisse uno sviluppo verso l'alto in maniera tale che le foglie venissero esposte maggiormente al sole (fusto).
In alcuni casi sono presenti anche i fiori, i quali rappresentano l'organo riproduttivo.
La nutrizione delle piante
Le piante si ricavano la sostanza organica utile alla sopravvivenza in completa autonomia (dette per questo autotrofe) mediante la fotosintesi clorofilliana, un processo che sfrutta l'energia solare per trasformare anidride carbonica e acqua in zuccheri e ossigeno.
Per questo motivo le piante sono diffuse in tutti i luoghi in cui possono raggiungere la luce solare e possono essere ambienti sia terrestri che acquatici.
Altre sostanze, quali azoto e fosforo, fondamentali per la produzione di clorofilla, e quindi per la fotosintesi, vengono assorbite dal suolo.
Una particolare tipologia di piante, le epifite, non stanno a contatto con il terreno ma vivono appoggiate ad altre piante in quanto ricavano acqua e nutrienti dall'aria; infatti sono molto presenti nelle foreste tropicali in cui, data la fitta vegetazione, la luce solare fatica a raggiungere il terreno.
Infine, occorre considerare anche l'esistenza di piante carnivore che dispongono di particolari foglie per la cattura di insetti da cui ricavano azoto e sali minerali.
1.Foglie; 2.Fusto; 3.Radici
La radice
Le funzioni
Le radici servono per:
- ancorare la pianta al suolo;
- assorbire acqua e sali minerali;
- accumulare sostanze di riserva.
La struttura
La radice si costituisce di un prolungamento del fusto interno al terreno, detto radice principale, da cui si propagano molteplici ramificazioni chiamate radici secondarie. Tutto ciò forma l'apparato radicale della pianta.
Le radici giovani possiedono i peli radicali, piccole appendici che hanno il compito di facilitare l'assorbimento.
La parte terminale della radice, detta apice radicale, è priva di peli radicali in quanto in essa avviene una produzione continua di nuove cellule che permettono alla radice di estendersi penetrando sempre più in profondità e, di conseguenza, ancorando sempre meglio la pianta al terreno. L'apice radicale è protetto da una guaina formata da cellule sempre nuove che prende il nome di cuffia.
1.Radice principale; 2.Radice secondaria; 3.Zona intermedia; 4.Peli radicali; 5.Cuffia
Internamente, invece, la radice si compone di tre parti:
Epidermide
| La parte più esterna che, oltre a svolgere un ruolo protettivo nei confronti delle zone interne, assorbe acqua e sali minerali
|
Corteccia
| Contiene sostanze di riserva ed occupa quasi tutta la zona centrale |
Cilindro centrale
| Contiene i vasi utili a trasportare acqua e sali minerali alle altre parti della pianta |
La forma
Le radici vengono classificate in base alla loro forma:
- a fittone, una grossa radice principale da cui si diramano piccole e sottili radici secondarie;
- fascicolata, numerosi radici all'incirca delle stesse dimensioni;
- avventizie, radici che non sono nel terreno ma svolgono solo una funzione di sostegno alle piante come nel caso delle piante rampicanti;
- succulente, radici in cui la radice principale si ingrossa immagazzinando sostanze di riserva.
Il fusto
Le funzioni
Il fusto serve per:
- sostenere foglie, fiori e frutti;
- trasportare liquidi al resto della pianta visto che mette in contatto l'apparato radicale e le foglie. Questo avviene grazie ad un sistema di tubi microscopici chiamati vasi conduttori, i quali trasportano, con due sistemi di vasi differenti, linfa grezza e linfa elaborata.
La linfa grezza è costituita dall'acqua e dai sali minerali assorbiti dalle radici e che passano alle foglie per capillarità, caratteristica che permette all'acqua di muoversi verso l'alto grazie a forze di adesione che si instaurano tra le proprie molecole e quelle solide che formano i vasi.
La linfa elaborata è costituita dagli zuccheri derivanti dalla fotosintesi e viene distribuita alla restante parte delle cellule della pianta.
Inoltre, nelle piante erbacee, ossia senza legno, il fusto partecipa alla fotosintesi e può immagazzinare sostanze di riserva; mentre negli alberi il fusto è detto tronco ed è robusto, per sostenere foglie e rami, ma elastico, per rispondere alla forza del vento.
La struttura
Il fusto dispone di una serie di strati:
Epidermide
| Rivestimento esterno sottilissimo |
Corteccia
| Strato spesso, con funzione protettiva, costituito da cellule morte
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Floema (o libro) | Sistema di cellule, detti vasi cribrosi, che trasportano la linfa elaborata dalle foglie al resto della pianta
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Cambio
| Spazio intermedio tra floema e xilema ed unico strato che rimane vivo per tutta la vita della pianta in quanto vi sono cellule che si duplicano senza sosta fornendone di nuove al floema, esternamente, e allo xilema, internamente
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Xilema (o legno)
| Sistema di cellule, detti vasi legnosi, che trasportano la linfa grezza dalle radici alle foglie. Si suddivide in alburno, la parte più esterna in cui si trovano le cellule giovani che trasportano la linfa, e durame, la parte più interna fatta di cellule vecchie che ricoprono solo una funzione di sostegno
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Midollo
| Parte più interna deputata all'immagazzinamento e al trasporto delle sostanze nutritive
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1.Epidermide; 2.Libro; 3.Cambio; 4.Legno; 5.Midollo
La foglia
Le funzioni
La foglia ha il compito di nutrire la pianta mediante la fotosintesi clorofilliana in quanto sono fornite di clorofilla, pigmento verde in grado di assorbire l'energia luminosa.
Inoltre, mediante l'evaporazione dell'acqua dalla superficie delle foglie, viene favorito il trasporto della linfa grezza per capillarità.
La struttura
Nonostante abbiano una forma assai variabile, le foglie presentano alcune caratteristiche che le accomunano.
Innanzitutto sono quasi tutte attaccate ai rami o al fusto mediante il picciolo. La lamina fogliare è tutta la parte espansa della foglia in cui si distinguono due facce: la pagina superiore, rivolta verso l'alto, e la pagina inferiore, rivolta verso il basso.
Nel picciolo passano i vasi, canali per il trasporto di liquidi che si prolungano in maniera assiale nella lamina fogliare formando una nervatura principale che si divide in altre secondarie.
1.Lamina fogliare; 2.Nervatura principale; 3.Nervatura secondaria; 4.Vasi; 5.Picciolo
Internamente la foglia è suddivisa in varie componenti:
Epidermide
| Strato esterno con cellule strettamente legate tra loro e con una funzione protettiva che, soltanto nella pagina superiore, produce la cuticola, un rivestimento impermeabile che permette di conservare l'acqua nelle foglie |
Tessuto a palizzata
| Strato sottostante l'epidermide formato da cellule allungate verticalmente e disposte ordinatamente una di fianco all'altra. In queste cellule risiedono i cloroplasti, organuli che contengono la clorofilla e catturano l'energia luminosa |
Tessuto spugnoso
| Strato intermedio formato da cellule disposte in maniera irregolare con larghi spazi tra loro che sono riempiti da acqua, ossigeno e anidride carbonica |
Inoltre, soprattutto nella pagina inferiore, vi sono piccole aperture chiamate stomi che servono a far entrare l'anidride carbonica e a far uscire l'ossigeno prodotto attraverso la fotosintesi.
Gli stomi sono anche il luogo attraverso cui avviene l'evaporazione e hanno un sistema, costituito da due cellule di guardia che li circondano, che ne prevede la chiusura quando la quantità di acqua evaporata è maggiore rispetto a quella assorbita dalle radici.
1.Cuticola; 2.Epidermide; 3.Tessuto a palizzata; 4.Tessuto spugnoso; 5.Nervatura mediana; 6.Vasi; 7.Stomi; 8.Nervatura secondaria