Edmund Husserl è un riferimento per la sua profondità di pensiero e il rigore delle sue riflessioni. Ha influenzato enormemente tutta la cultura contemporanea, dall'esistenzialismo alla filosofia di stampo analitico. La fenomenologia di Husserl si appella all'esperienza della coscienza intenzionale, superando le teorie di stampo positivista.
La fenomenologia è una corrente filosofica che si sviluppa tra Ottocento e Novecento. Il termine "fenomenologia" significa "studio dei fenomeni", ossia ciò che appare. La fenomenologia del Novecento si distanzia dal positivismo, non condividendo l'idea che si possano percepire dati oggettivi. I fenomeni infatti non hanno un valore oggettivo, indipendentemente dal soggetto, bensì essi esistono a partire da una coscienza che li percepisce.
La coscienza è sempre coscienza di qualcosa, quindi non esiste una coscienza come ente fisso e stabile. Il dato fenomenico è tutto ciò di cui la coscienza dispone, dunque non vi è altro prima e al di là di esso. Non esiste nessuno studio dell'essere al di là dei fenomeni. La fenomenologia, a differenza della psicologia, non studia i singoli stati di coscienza, ma descrive come la coscienza sia coscienza di qualcosa nel momento in cui essa si rapporta con i fenomeni.
Edmund Husserl nacque in Moravia nel 1859, da una famiglia di origine ebraica. Compì inizialmente studi di matematica e di astronomia, conseguendo la laurea in matematica a Berlino nel 1884. I primi lineamenti della fenomenologia emersero negli anni successivi, in cui egli si sforzò di chiarire la fenomenologia e di distinguerla dalla psicologia. Dopo la prima guerra mondiale, il nome di Husserl cominciò a essere conosciuto in tutta Europa. Nel 1931 si stabilì la rottura con il suo più brillante studente e discepolo: Martin Heidegger. In quanto di origini ebraiche, con l'arrivo del nazismo Husserl dovette abbandonare l'insegnamento.
Secondo Husserl si deve ripartire da Cartesio perché, come quest'ultimo ha dimostrato, il soggetto è il centro dell'attività conoscitiva. Di conseguenza, non si può pensare a un mondo oggettivo, esterno alla coscienza. Inoltre, non esiste altra filosofia che quella che indaga la coscienza come attività trascendentale, ovvero come quell'attività costitutiva della conoscenza, attraverso forme e principi a priori.
Per Husserl esiste un "Io conosco", coincidente con un'universale struttura intuitiva di esperienza dell'Io. La fenomenologia trascendentale si occupa del fatto che esista un Io in generale a fondamento delle possibili esperienze molteplici. Anche le identità degli oggetti sono possibili soltanto a partire da una coscienza che li concepisce come un'unità. Il processo dell'identificazione di un oggetto precede le singole identificazioni concrete (i casi particolari) e consiste nell'unità sintetica di tutte le sue possibili percezioni.
In Husserl, l'epoché esprime la sospensione del giudizio sul mondo in quanto tale. Infatti, esso non ha alcuna rilevanza dal punto di vista fenomenologico. L'epoché è dunque una procedura necessaria per ricondurre la conoscenza alle dinamiche della coscienza intenzionale. Il mondo non può sussistere autonomamente, al di là del modo in cui viene intenzionato dalla coscienza.
È quella operazione della fenomenologia che pone l'attenzione sulle essenze, ossia sulle forme pure che accompagnano i fenomeni e li rendono identificabili. La riduzione eidetica è possibile soltanto a partire dalla sospensione di giudizio (epoché), la quale permette al soggetto di modificare il proprio atteggiamento nei confronti della realtà. La riduzione eidetica è un processo fondamentale che rende la fenomenologia la scienza dell'essenza, allontanando gli elementi accessori e non essenziali.
Husserl chiama noema ciò di cui si ha coscienza e noesi l'atto di avere coscienza. Tale distinzione si radica nella prospettiva fenomenologica e focalizza l'attenzione sui modi in cui la coscienza si relaziona agli oggetti (che sono sempre oggetti della coscienza) e non sugli oggetti stessi.
Noema | Si riferisce all'oggetto intenzionale in quanto tale (al suo essere, per esempio, presente, passato, certo, possibile). |
Noesi | Si riferisce alla condizione stessa dei modi di coscienza come tali (riflettere, percepire, chiarire). La noesi è intenzionale e conferisce un senso agli oggetti a cui si rivolge. |
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Perché Cartesio ha posto il soggetto pensante al centro dell'attività conoscitiva.
È l'oggetto intenzionale in quanto tale.
È una procedura che riconduce la conoscenza del mondo alle dinamiche della coscienza intenzionale.
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