Baruch Spinoza è uno dei filosofi più nobili e degni di ammirazione della storia del pensiero. L'Etica, la sua opera più importante, segue il metodo geometrico di Euclide, con definizioni, assiomi e teoremi. Postulando una sola e unica sostanza, ossia Dio, Spinoza supera il dualismo cartesiano. L'obiettivo della sua filosofia è quello di raggiungere il sommo bene che coincide con la comprensione dell'universo.
Baruch Spinoza nacque ad Amsterdam nel 1632, da genitori ebrei provenienti dal Portogallo, paese da cui erano stati espulse tutte le persone di origine ebraica. Insofferente alle ristrette vedute della comunità ebraica, Spinoza cominciò a comportarsi in maniera considerata inaccettabile dal proprio ambiente religioso. Nel 1656 venne allontanato dalla sinagoga, un provvedimento equivalente alla scomunica cristiana. Con l'allontanamento dalla comunità e dalla famiglia, Spinoza iniziò a fabbricare lenti. Nel 1675 aveva tentato di pubblicare l'Etica, la sua opera più importante, ma dovette rinunciarvi per timore di essere accusato di ateismo. Nel 1671 iniziò una stimolante corrispondenza con Gottfried Leibniz, che nel 1676 andò in Olanda per conoscerlo. In quell'anno Spinoza stava ultimando il Tractatus politicus, rimasto incompiuto e pubblicato postumo nel 1677.
Spinoza concepisce la filosofia come una terapia salvifica, un percorso orientato al sommo bene. Per arrivare a tale fine è necessario un processo di illuminazione, che ha lo scopo di liberare l'uomo dagli inganni e dai falsi piaceri. La gioia più grande per il filosofo coincide con la comprensione dell'unità dell'universo, di cui l'uomo è parte.
Tale opera si struttura secondo un metodo deduttivo, ovvero procede da definizioni e assiomi, dai quali si traggono le conseguenze logiche. Le definizioni sono proposizioni vere perché si limitano a rendere esplicite le proprietà di un oggetto (ad esempio, il triangolo è un poligono avente tre lati e tre angoli). Gli assiomi, invece, sono affermazioni che non richiedono dimostrazione perché assunte come di per sé evidenti (ad esempio, per due punti passa una e una sola retta).
Tale sostanza si identifica con Dio, descritto come l'ente infinito caratterizzato da infiniti attributi, ciascuno infinito nel suo genere. Ma se Dio è l'unico ente esistente, nulla può esistere al di fuori di Dio. Quindi, tutte le cose del mondo sono manifestazioni della sostanza divina. Dio è libero e necessario, poiché è ciò che è causa di sé ed esiste necessariamente. Dio è eterno perché non può non essere, ovvero non può avere un inizio o una fine, senza contraddire se stesso. Infatti, la sostanza ha come condizione necessaria l'esistenza e non può quindi cessare o iniziare a esistere da un certo momento in poi.
Gli attributi | Sono ciò che l'intelletto percepisce della sostanza costituente la sua essenza. Ovvero è ciò che l'intelletto coglie dell'essenza della sostanza. Gli attributi non sono diversi dalla sostanza, ma sono degli aspetti percepibili attraverso l'intelletto. Gli attributi della sostanza sono infiniti ma se ne possono cogliere soltanto due: il pensiero e l'estensione. |
I modi | Sono le affezioni della sostanza, cioè le sue manifestazioni concrete e accidentali, le quali non godono di esistenza propria e non sono causa di se stesse. Spinoza accomuna i modi alle onde del mare: esse sono modificazioni mutevoli e contingenti della "sostanza mare". I modi, dunque, non possono essere compresi senza riferirsi alla sostanza a cui ineriscono. I modi che noi percepiamo sono i singoli corpi e i singoli pensieri. |
Poiché l'uomo può cogliere soltanto due attributi divini, il pensiero e l'estensione, di cui egli stesso è espressione, ne derivano alcune conseguenze. La prima è che Dio non è solo spirito ma è anche estensione. La seconda è che di Dio possiamo soltanto parlare a partire dagli attributi che si possono conoscere, mentre in sé stesso, Dio è completamente al di là della nostra facoltà di comprensione. La terza conseguenza è che l'uomo è solo una modificazione della sostanza divina, in relazione agli attributi del pensiero e dell'estensione.
Pensiero ed estensione sono due attributi della sostanza, ma ciascuno di essi è indipendente nel suo genere, ovvero è privo di influenza reciproca. Poiché però entrambi sono espressione della stessa sostanza, non possono essere in disaccordo tra loro. Infatti, la sostanza pensante e quella estesa sono la stessa sostanza, posta ora sotto l'uno, ora sotto l'altro attributo. Quindi, a differenza di Cartesio, Spinoza non postula due sostanze completamente diverse. Per armonizzare pensiero ed estensione senza introdurre un rapporto tra loro, Spinoza presenta la teoria del parallelismo. Essa sostiene che vi sia una perfetta corrispondenza tra idee e cose, quindi l'idea e l'ideato (l'oggetto dell'idea) sono modifiche di due attributi della medesima sostanza. Ad esempio, il cerchio sul piano dell'estensione e l'idea del cerchio, sul piano del pensiero, sono la stessa cosa che esiste in Dio, spiegata con attributi diversi.
Secondo Spinoza, Dio è natura naturata, cioè è il mondo come effetto della sostanza divina, ma è anche natura naturans, cioè il principio originario, causa del mondo. La derivazione del mondo da Dio, però, non è una forma di creazione, un atto di volontà divino, bensì una conseguenza necessaria di Dio. Infatti, il mondo esiste così com'è e non potrebbe non esistere. Inoltre, deve esistere tutto ciò che nella mente di Dio è pensabile come esistente. Il male di per sé, come entità autonoma, non esiste in Dio ma ha un valore soltanto dal punto di vista umano.
I grado o conoscenza sensibile | Coglie il molteplice senza unificarlo o organizzarlo. |
II grado o conoscenza scientifica | Determina un'organizzazione per causa ed effetto della realtà, secondo il movimento, forma, figura e in modo matematicamente coerente. |
III grado o amore intellettuale di Dio | Consente di cogliere l'universo e noi stessi dal punto di vista dell'eternità nella dimensione unitaria del divino. |
Nell'ottica del meccanicismo deterministico si colloca anche il problema delle passioni e dell'interazione tra l'anima e il corpo. Le passioni sono affetti di cui non si è causa, gli umani le subiscono senza afferrarne le ragioni profonde. Rispettando la teoria del parallelismo, ad ogni alterazione del corpo corrisponde un'alterazione dell'anima. Secondo Spinoza, ogni cosa tende a conservare il proprio stato di moto o di quiete. Tale sforzo viene definito conatus, il quale spinge i singoli enti ad affermare, perseverare, rafforzare il proprio essere. Poiché secondo Spinoza un essere umano in preda agli affetti non è libero, è necessario che egli potenzi la propria ragione al fine di resistere il più possibile alle passioni.
Lo Stato per Spinoza presenta delle analogie con il pensiero hobbesiano. Egli infatti ha una concezione della politica contrattualistica. Spinoza afferma che nello stato di natura predominano le passioni e le pulsioni. Allora lo Stato si costituisce per mezzo dell'utilità e della razionalità, a partire da una progressiva evoluzione razionale. La democrazia, nel senso di una forma di sudditanza nei confronti di un'autorità politica, è la forma di governo più vicina alla condizione naturale umana.
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Per rendere conto del rapporto tra pensiero ed estensione.
Attraverso il potenziamento della ragione.
Perché la sua essenza prevede necessariamente l'esistenza, dunque non può mai iniziare né cessare di esistere.