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Come creare il luogo ideale per lo studio

Una ragazza studia su un tavolo con libro e computer
Scegliere il posto giusto per lo studio è un buon modo per aumentare la motivazione e il benessere dei e delle giovani nello svolgere i compiti. I quattro fattori più importanti sono luminosità, livello di rumore, compagnia e benessere. Così come ogni persona è diversa, anche le preferenze per un buon ambiente di apprendimento dipendono dalla persona. È necessario quindi scoprire la combinazione più adatta a te. Può essere un processo molto stimolante: divertiti!

Illuminazione naturale e/o artificiale

Nonostante la possibilità di avere moltissimi posti in cui studiare, con caratteristiche e design diversi, è dimostrato come l’apprendimento sia migliore in condizioni di buona illuminazione: gli occhi si affaticano più lentamente e si rimane concentrati/-e più a lungo. Generalmente è preferibile avere una lampada da tavolo, meglio se con tinte calde, o delle finestre per sfruttare la luce naturale.

Pratica comune è l’utilizzo di una scrivania posta davanti a una finestra: ciò da un lato consente di sfruttare la luce naturale, risparmiando energia elettrica, e fornendo al contempo al nostro corpo vitamina D; dall'altro lato, è possibile rilassarsi e guardare fuori dalla finestra durante le pause di riflessione. Si però ora fermati, che sono già 30 minuti che guardi il palo della luce.
Osservare oggetti lontani fuori dalla finestra permette inoltre di prevenire la miopia: guardare continuamente libri, documenti scolastici, display del cellulare e/o del computer infatti può peggiorare la nostra vista. (cfr. Spitzer 2014).

Poche distrazioni e riposo

La maggior parte dei ragazzi e delle ragazze riesce a concentrarsi al meglio in luoghi silenziosi. Per questo motivo, a casa è consigliabile disporre di un ambiente in cui il livello di rumore e le distrazioni, come le voci dei familiari o la televisione, siano limitati. Oltre alla classica scrivania, un’altra soluzione praticabile è andare a studiare in biblioteca o in aula studio, posti in cui il silenzio è richiesto a chiunque vi acceda.

Alcuni/-e studenti/-esse, invece, preferiscono un'atmosfera vivace per i compiti, ad esempio in salotto, al tavolo della cucina o in un bar. La musica o le voci in sottofondo spingono a migliorare il rendimento scolastico. Come già detto, il luogo ideale è personale, e alle volte può cambiare in base al momento della giornata: si può essere vivaci al mattino e più tranquillia la sera.

Fare i compiti con gli amici o con un gruppo di studio

Per chi non ha bisogno di assoluto silenzio per svolgere i compiti, studiare in compagnia porta con sé alcuni vantaggi:
  • Aiuta a rimanere motivati;
  • Permette di condividere conoscenze, aiutandosi
  • Permette di sfogare la frustrazione che a volte si prova quando si studia e di divertirsi insieme durante le pause
In senso più ampio, è da notare come lo studio in gruppo può essere svolto anche con fratelli e sorelle e/o genitori: invece di lavorare sullo stesso materiale, si condivide lo spazio fianco a fianco, semplicemente godendo della compagnia di qualcuno.

Organizzare la scrivania o lo spazio per lo studio in modo minimalista

Spesso il luogo ideale per fare i compiti non dipende solo dalle condizioni di illuminazione, dal livello di rumore o dalla compagnia. Se i compiti vengono svolti preferibilmente alla scrivania, questa deve essere organizzata con un certo criterio. In generale, è consigliabile tenere pulito e in ordine il proprio posto di lavoro, mettendo in un cassetto eventuali distrazioni, come un videogame, un libro, o semplicemente il cellulare.

Il criterio con cui si organizza la propria scrivania è, anche qui, estremamente personale. Alcuni/-e si sentono più a loro agio in un ambiente minimalista. Altri, invece, apprezzano uno spazio personalizzato per i compiti e lo studio che li/-le faccia sentire a proprio agio e quindi motivati/-e a imparare. Tra gli oggetti che abbiamo trovato utili ci sono poster, piante da appartamento, palline antistress o delle luci al led.


Fonti Spitzer, Manfred (2014): Demenza digitale. Come la nuova tecnologia ci rende stupidi. Monaco di Baviera: Droemer.
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